L'ufficio cantonale richiede al sindacato di applicare una ventina di misure. Le indagini avviate in seguito alla formazione di clan interni
GINEVRA - Al sindacato Unia, che si occupa di difendere le condizioni di lavoro dei lavoratori, è stato richiesto di occuparsi anche dei suoi stessi dipendenti. Ed entro la fine dell'anno dovrà implementare venti nuove misure al fine di migliorare le condizioni lavorative, come richiesto dall'Office cantonal de l'inspection et des relations du travail (Ocirt).
Come rivelato da la Tribune de Genève, l'Ocirt ha avviato un'indagine in seguito alla segnalazione di un dipendente. Stando a quanto emerso finora, all'interno del sindacato si sarebbero formate delle fazioni, nate da una situazione di un conflitto risalente al 2020: ossia da quando un sindacalista è stato licenziato in seguito alle accuse di molestie portate avanti da diverse donne. Sempre tre anni fa era stato segnalato un caso simile, che aveva portato alle stesse conseguenze del primo.
La situazione di conflitto non sarebbe però stata presa seriamente dalla direzione e da allora il clima negli uffici si è fatto sempre più pesante. Tant'è che numerose persone si sarebbero licenziate con una conseguente carenza di personale: quattro posti di segretario sindacale sono vacanti.
Anche la questione degli straordinari è fonte di tensione. Unia, da parte sua, contesta le denunce. Sottolinea che il tasso di turnover del personale è stabile dal 2019 e afferma di applicare una politica di tolleranza zero nei confronti delle molestie.