La confessione è arrivata all'ultimo giorno del processo nei suoi confronti tenutosi al Tribunale del distretto di Waldshut
JESTETTEN - Dopo avere a lungo tempo taciuto, un cittadino lettone di 39 anni ha confessato oggi, all'ultimo giorno del processo nei suoi confronti, di avere ucciso lo scorso mese di giugno un 31enne svizzero che si era accampato abusivamente sulla riva tedesca del Reno a Jestetten (D), al confine con la Svizzera.
La sentenza del processo, che si tiene davanti al Tribunale del distretto di Waldshut, nel Baden-Württemberg, è attesa giovedì pomeriggio. Il pubblico ministero ha chiesto nei confronti dell'imputato quattordici anni di reclusione per omicidio intenzionale. La difesa, anche in considerazione della pur tardiva confessione, si è battuta per una riduzione a undici anni e mezzo.
Durante l'ultimo dei sette giorni fissati per il dibattimento, l'avvocato della difesa ha letto una dichiarazione in cui il suo assistito a sorpresa dichiara: "Mi pento di questo atto e non riesco più a spiegarmelo". Nella lettera, l'accusato chiede inoltre perdono alla famiglia della vittima, pur dicendo di capire se i famigliari non lo volessero perdonare. Il padre della vittima era presente in aula.
Movente poco chiaro
Per la pubblica accusa, la colpevolezza del lettone è stata accertata ben prima della sua confessione. Tracce del suo DNA sono infatti state trovate sul tronco con cui la vittima è stata colpita alla testa, come pure sui resti di uno spinello abbandonato sul luogo del crimine e sul pene della vittima, trovato con i pantaloni abbassati e a testa in giù con i piedi in acqua.
Il movente del delitto rimane poco chiaro. Tutto lascia pensare, secondo l'accusa, che l'imputato abbia agito per motivi finanziari. Il lettone, che si trovava nella regione per lavorare come manovale, aveva aveva chiamato proprio in quei giorni la sua ragazza in Lettonia chiedendole dei soldi. Lei le aveva mandato solo cinque euro, ha spiegato la procuratrice.
Secondo l'avvocato della difesa, molto probabilmente è scoppiata una discussione tra l'imputato e la futura vittima, per un motivo ancora sconosciuto.
Campeggio selvaggio in riva al Reno
I fatti risalgono all'8 giugno dello scorso anno. Lo svizzero, residente nel cantone di San Gallo, stava facendo campeggio selvaggio sulle rive del Reno. La scena del crimine si trovava a circa 400 metri a valle del ponte che collega Rheinau (ZH) a Jestetten.
Secondo l'accusa, il lettone uccise lo svizzero colpendolo alla testa con un tronco. Il corpo della vittima è stato ritrovato il giorno successivo. Il lettone è stato arrestato a Lottstetten (D), un comune confinante con Jestetten, circa due settimane dopo il delitto. L'uomo ha precedenti penali specifici: nel 2005 è infatti stato condannato in Lettonia per omicidio ed è uscito dal carcere nel 2015.