Dopo le rivelazioni degli scorsi giorni. Il punto della situazione da Berna: «Situazione complessa, ma riusciremo a pagare tutte le fatture»
BERNA - Dovrebbe essere in austerity, ma in realtà il portafoglio dell'esercito parrebbe essere fuori controllo.
Mancherebbero 1,2 miliardi di franchi per far quadrare i conti dell'esercito, lo sostiene un recente reportage della Srf che ha fatto i conti in tasca all'armata svizzera - grazie a un documento interno trapelato - trovando un buco, anzi una vera e propria voragine
Malgrado un piano di risparmio in atto, per far fronte alle spese legate ai nuovi caccia e al rafforzamento della difesa aerea, il Dipartimento della difesa (Ddps) di Viola Amherd avrebbe perso di vista gli obiettivi prefissati sforando in maniera netta il piano delle spese stabilito 8 anni fa.
Negli ultimi anni, quindi, l'Esercito avrebbe continuato a operare per anni, sforando i budget e spendendo più di quanto avesse effettivamente a disposizione.
Amherd e Süssli davanti alla Commissione - Per fare chiarezza sulla situazione, questo giovedì mattina in quel di Berna sia la consigliera federale sia il capo dell'esercito Thomas Süssli sono stati chiamati davanti alla Commissione per la politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (Cps -Cs) per fare chiarezza sullo stato delle finanze dell'armata rossocrociata. Un incontro-fiume durato più di tre ore.
Di cosa si è parlato lo si è poi scoperto nel pomeriggio, attorno alle 16 quando lo stesso Süssli ha voluto fare chiarezza sulla situazione in conferenza stampa.
«Pagamenti garantiti, ma niente acquisti fino al 2028» - Il comandante dell'esercito non ha negato l'aumento dei costi (e delle spese) ma ha comunque voluto rassicurare negando l'esistenza di un vero e proprio buco ma piuttosto di un momentaneo problema di liquidità: «Non ci sono buchi nelle nostre finanze, tutti i pagamenti ai fornitori sono garantiti almeno fino al 2024, per le consegne degli anni successivi si potrà comunque trattare una dilazione almeno fino al 2028».
Fino a quell'anno, infatti, non saranno possibili ulteriori acquisti. Una realtà dei fatti, questa, che potrà molto probabilmente ripercuotersi sull'operatività dell'esercito soprattutto per quanto riguarda le truppe di terra.
Ordini per 13 miliardi di franchi - Al momento, a restare pendenti, sarebbero impegni per circa 13 miliardi di franchi (8 di questi, per i nuovi jet e il sistema di difesa antiaereo MIM-104 Patriot). Di questi, a restare "scoperti" - e quindi rinviati - sarebbero circa 1,4 miliardi.
In generale, comunque, la situazione finanziaria dell'esercito è tesa, con un aumento costante di fuoriuscite di liquidità costante (per manutenzione, costi di gestione, ecc...) sempre più aspro a partire dalla guerra in Ucraina: «Non è semplice e le risorse sono effettivamente scarse», continua Süssli che ribadisce come la gestione della liquidità sia diventata «ancora più attenta».
«In ogni caso la nostra volontà, e la nostra priorità, è quella di garantire la difesa del suolo nazionale», aggiunge Süssli facendo riferimento alla recente conferma di cancellazione di due eventi pubblici previsti per il 2024 e il 2025.