Interrogazione al Nazionale di Marchesi (UDC).
BERNA - «Il giovane musulmano, radicalizzatosi nella tranquilla Svizzera e proprio nel Cantone in cui, nella moschea di Winterthur, qualche anno fa un imam invitava i fedeli a uccidere i musulmani che non pregavano, ha semplicemente messo in pratica gli insegnamenti di questa religione e con il suo atto si è certamente guadagnato il Paradiso». Dopo Lorenzo Quadri, anche il consigliere nazionale UDC Piero Marchesi, con un'interrogazione interviene sull'accoltellamento di sabato 2 marzo avvenuto a Zurigo.
Il deputato cita, a sostegno della sua tesi, alcuni versetti del Corano. «Fatti simili, purtroppo, anche nel nostro Paese non sono più delle eccezioni - continua - ricordo i vari accoltellamenti di matrice jihadista a Morges e a Lugano nel 2020. L'esacerbazione della situazione deve preoccupare la politica, per evitare che, come in altri paesi, attacchi terroristici di matrice islamica diventino la norma. Garantire la sicurezza dei cittadini significa anche e soprattutto leggere i problemi e agire di conseguenza, per evitare che la situazione divampi».
«Il giornalista italiano Giuliano Meotti - aggiunge - con il suo libro "La dolce conquista: L'Europa si arrende all'Islam", evidenzia come l'inazione dei vari Stati occidentali stia, di fatto, portando a legittimare e a tollerare gli attacchi terroristici di matrice islamica. Nel suo libro Meotti indica alcune soluzioni per combattere il fenomeno».
Il consigliere ne riporta alcune: «Controlli più rigorosi sull'immigrazione per impedire o, quantomeno, limitare, l'accoglienza di persone che hanno lo scopo di azioni terroristiche di matrice islamica. Selezionare l'immigrazione su base culturale e religiosa, escludendo chi vuole portare un’ideologia di sottomissione e stabilendo canali preferenziali per i cristiani perseguitati in Africa e in Medio Oriente. Espellere gli agitatori dell’islam radicale e chiudere le loro moschee. Fermare il flusso di denaro dalle dittature islamiche (in special modo Qatar e Arabia Saudita, ma pure Turchia) verso le nostre democrazie. Mettere al bando i simboli dell’islam politico (burqa, minareti, muezzin, preghiere per strada). Difendere la libertà di espressione e riconquistare i “territori perduti” in tutta Europa».
Da qui le domande: «Che lettura dà il Consiglio federale del fenomeno e come valuta le proposte indicate? Intende attuarne almeno qualcuna?»