Il movente? Per l'accusa è da ricercarsi nel desiderio della vittima di divorziare e nelle relative conseguenze finanziarie.
LUCERNA - Una condanna a una pena detentiva di 18 anni e sei mesi: è quanto deciso mercoledì dal Tribunale penale cantonale di Lucerna, che si è espresso nei confronti di un 53enne imputato per l'omicidio di sua moglie.
Il fatto di sangue risale al giugno del 2020, quando l'uomo, di nazionalità serba, aveva ucciso la moglie con diverse coltellate nella loro abitazione a Emmenbrücke (LU). La sentenza non è ancora passata in giudicato e può quindi essere impugnata, si legge nel documento pubblicato mercoledì dalla Corte lucernese.
L'oggi 53enne, che si è anche reso responsabile di ripetute appropriazioni indebite, oltre a scontare il periodo in carcere, verrà espulso dalla Svizzera per 15 anni. Il suo nome verrà inoltre inserito nel Sistema di informazione di Schengen (SIS), in cui sono segnalati oggetti rubati e persone ricercate dalla polizia a scopo di estradizione, colpite da un divieto d'entrata o scomparse.
Ma le sanzioni disposte dal tribunale del canton Lucerna non sono ancora finite: l'uomo dovrà pagare agli accusatori privati, ossia i suoi tre figli adulti, un'indennità per torto morale di 50'000 franchi ciascuno e una riparazione del danno di 3.500 franchi. Il loro caso è stato rinviato al tribunale civile per la determinazione di ulteriori richieste di risarcimento, si legge nella sentenza.
In tribunale, il pubblico ministero ha citato come motivo del reato il desiderio della moglie di divorziare e le relative conseguenze finanziarie. Inoltre, l'uomo ha prelevato più volte denaro dal conto della moglie senza il suo consenso, mettendolo da parte prima di commettere il reato. Ha poi effettuato una simile operazione con i propri risparmi, recuperando denaro dal proprio conto e nascondendolo al fine di ridurre eventuali pretese della moglie sui beni nell'eventualità del divorzio.