Nel marzo del 2017, l'uomo, in compagnia di un complice, aveva sparato diversi colpi d'arma da fuoco uccidendo due persone.
BASILEA - Ergastolo. È la pena pronunciata dal Tribunale penale di Basilea nei confronti di un 53enne albanese responsabile di un duplice assassinio commesso nel 2017 nell'ambiente della droga. Il suo complice, un 48enne anch'egli abanese, era stato condannato alla medesima pena nel 2018.
La sera del 9 marzo 2017, due uomini sono entrati nel Café 56 a Basilea - un luogo di ritrovo molto frequentato da persone provenienti dall'Albania - con le armi da fuoco spianate. Nel giro di poco tempo, sono stati sparati cinque colpi contro tre persone presenti nel bar: due di queste, di 28 e 39 anni, sono morte, mentre la terza di 24 anni è rimasta gravemente ferita.
I due presunti autori del crimine, entrambi albanesi con condanne multiple per reati legati alla droga, sono fuggiti. Uno di loro si è poi consegnato a una pattuglia di polizia il giorno successivo, mentre l'altro, il 53enne condannato oggi, è fuggito all'estero ed è stato arrestato in Olanda nel 2018, dove è stato condannato a 44 mesi di reclusione per traffico di cocaina prima di essere trasferito a Basilea.
Il complice oggi 48enne, che si era costituito per poi ritrarre la confessione, era stato condannato all'ergastolo ed espulso dal Paese per 15 anni in un processo tenutosi a Basilea nel 2018, nel quale era stato riconosciuto colpevole di assassinio plurimo, tentato assassinio ed esposizione al pericolo della vita altrui. L'uomo aveva presentato invano ricorso fino al Tribunale federale.
Non è del tutto chiaro chi abbia sparato nel caffè di Basilea - le armi non sono mai state trovate - ma la procura ritiene sia stato il 53enne. In ogni caso, i due autori hanno agito in "complicità e diretta intenzione" nonché nel senso di un regolamento di conti.
Durante il processo, l'imputato ha affermato di non avere nulla a che fare con la vicenda e di essersi trovato per caso nel bar quando ha sentito gli spari, a suo dire esplosi dall'altro albanese già condannato.
Convocato al processo come testimone, quest'ultimo ha affermato che era invece stato il 53enne a sparare. Ha sostenuto di averlo accompagnato al caffè solo perché era in debito con lui per affari legati alla droga. L'uomo ha anche detto che l'imputato gli aveva assicurato che le armi fossero cariche con munizioni a salve e che l'obiettivo era quello di spaventare alcune persone.