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LUCERNAGestiva un giro di droga albanese, nove anni di carcere e 12 anni di espulsione

31.05.24 - 00:16
Il Tribunale ha riconosciuto l'imputato colpevole di traffico di cocaina, riciclaggio di denaro e soggiorno illegale in Svizzera
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Fonte Ats
Gestiva un giro di droga albanese, nove anni di carcere e 12 anni di espulsione
Il Tribunale ha riconosciuto l'imputato colpevole di traffico di cocaina, riciclaggio di denaro e soggiorno illegale in Svizzera

LUCERNA - Il responsabile in Svizzera di un traffico di droga albanese è stato condannato a nove anni di reclusione dal Tribunale criminale di Lucerna. L'uomo, che ha già scontato un terzo della pena, ha ricevuto anche un ordine di espulsione dal Paese di 12 anni.

Secondo la sentenza pubblicata giovedì, contro la quale si può ancora ricorrere, la corte ha riconosciuto l'imputato colpevole di traffico di cocaina, riciclaggio di denaro e soggiorno illegale in Svizzera. La procura aveva chiesto dieci anni di carcere e 15 di espulsione.

Secondo l'accusa, il 37enne, per un periodo di sei mesi a cavallo fra il 2020 e il 2021, ha ricevuto 82 chili di una miscela di cocaina a Reiden (LU), l'ha suddivisa e venduta ad altri spacciatori. Durante l'arresto, la polizia ha trovato contanti per oltre 100'000 franchi e cocaina per 2,4 kg, ma anche 49 grammi di eroina. Il tribunale lo ha però assolto dalle imputazioni di traffico di quest'ultimo stupefacente.

La difesa spingeva per una pena più lieve, di 6,5 anni. L'avvocato ha giustificato tale richiesta sottolineando come il suo cliente avesse pienamente confessato, assumendosi un considerevole rischio.

L'imputato aveva accumulato debiti a causa delle scommesse sportive in Albania. Il proprietario del centro dove si recava a giocare gli ha allora offerto di lavorare per lui come spacciatore in Svizzera. In sei mesi ha fatturato 3,5 milioni di franchi, ricevendo uno stipendio di 3000 franchi al mese.

Il 37enne, il quale dovrà anche farsi carico di spese legali per quasi 260'000 franchi, era stato sottoposto ad ampia sorveglianza prima di finire in manette e il suo appartamento era stato riempito di cimici. Non aveva alcun potere decisionale e doveva seguire le istruzioni che il suo capo gli passava via telefono, ma era la mente del giro di droga in Svizzera e riforniva di cocaina gran parte del Paese, ha spiegato il procuratore nelle sue motivazioni.

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