Tra il 12 e il 13 maggio ignoti hanno tentato di dare fuoco all'apparecchio che si trovava nell'Alto Vallese.
SION - Il nuovo radar in forza alla polizia cantonale vallesana è stato vandalizzato nella notte tra il 12 e il 13 maggio nella regione di La Souste (VS). «L'autore o gli autori - ha spiegato a 20 minutes il portavoce Stève Léger - hanno usato dello spray per oscurare la visuale delle telecamere e hanno cercato di dare fuoco al dispositivo».
In funzione sulle strade vallesane da febbraio, l'apparecchiatura è costata «poco più di 300.000 franchi». Un investimento considerevole, ma che non è andato completamente in fumo visto che il radar non ha subito danni gravissimi non è stato gravemente danneggiato. "È stato danneggiato, ma fortunatamente non distrutto», sottolinea ancora il portavoce precisando che l'ammontare esatto dei danni non è ancora stato calcolato. Per quanto riguarda i possibili responsabili, sono in corso indagini per identificarli.
Il caso ticinese - Quello vallesano non è il primo caso di questo genere che avviene in Svizzera. E anche nel nostro cantone, ultimamente, i radar non hanno avuto vita facile. L'ultimo atto vandalico in ordine di tempo, ricordiamo, era infatti avvenuto lo scorso 21 aprile quando venne dato fuoco a un rilevatore semi-stazionario posato sull'autostrada A2 in territorio di Airolo. Un gesto, quello avvenuto in Alta Leventina, che per ora è rimasto impunito: l'autore, infatti, è sempre uccel di bosco.
Datemi un martello - Un altro caso eclatante avvenne un anno fa nel canton Friburgo. Il 15 giugno del 2023, infatti, un automobilista ubriaco ha cercato di "cancellare" la sua multa per eccesso di velocità colpendo con un martello l'apparecchio che lo aveva flashato.
Calci al radar - Notevole è stata pure la performance di una 41enne argoviese che a inizio aprile, dopo esser stato colta in fallo, ha deciso di prendere a calci un dispositivo di rilevamento della velocità installato a lato di una strada. Il danno è stato tale che, secondo l'Aargauer Zeitung, l'Ufficio del Ministero pubblico ha addirittura richiesto il carcere per la donna.