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VAUDSparatoria di Grandson: 30 anni all'autore

03.07.24 - 20:54
L'uomo, un 25enne francese, aveva ucciso nella località vodese due persone e ferite altre tre.
20Minutes
Fonte ATS
Sparatoria di Grandson: 30 anni all'autore
L'uomo, un 25enne francese, aveva ucciso nella località vodese due persone e ferite altre tre.

LOSANNA - L'autore della sparatoria di Grandson (VD) del 2020, in cui due persone sono state uccise e altre tre ferite, è stato condannato oggi a 30 anni di carcere dalla Corte d'Assise del Doubs a Besançon (F).

Il 25enne francese, accusato di assassinio e tentato assassinio, rischiava l'ergastolo. Si è dichiarato colpevole solo di aggressione e percosse con conseguente morte senza intenzione, mentre l'accusa ha chiesto 30 anni di carcere più una misura di sicurezza di 15 anni e 10 anni di supervisione socio-giudiziaria.

I fatti risalgono al 29 febbraio 2020. La polizia, allarmata poco dopo le 12.30 per degli spari all'interno di un appartamento, era intervenuta sul posto con un ingente dispositivo. All'interno gli agenti avevano trovato cinque feriti, tutti fra i 22 e i 27 anni. Due di loro, un 27enne della regione e uno zurighese di 22 anni, erano deceduti a causa delle ferite riportate.

Le vittime avevano ordinato sei chili di cannabis al francese, ma il giovane ha sostituito la droga con sapone. Quando i suoi clienti si erano accorti del sotterfugio, l'imputato aveva sparato loro ed era fuggito. Il giovane era stato arrestato pochi giorni dopo i fatti a Besançon.

La procuratrice ha sottolineato nella sua arringa finale che «ogni colpo è stato deliberato, mirato a una vittima, a un organo vitale, colpendo tutte le vittime alla tempia o alla testa». L'intenzione di uccidere era quindi evidente, a suo avviso.

Uno degli avvocati dell'accusato ha insistito parlando di reazione dovuta al panico poiché il suo assistito quel giorno si ritrovò circondato da sei estranei in un appartamento angusto a Grandson. Un esperto psicologo però ha concluso che l'uomo non è una persona emotiva e che il suo unico obiettivo era recuperare il denaro per saldare un debito.

Per gli avvocati delle parti civili, «questo verdetto è un enorme sollievo perché la Corte d'Assise ha confermato l'elemento dell'intenzionalità nell'omicidio, mentre l'imputato era stato molto ambiguo sull'intera vicenda. Per le parti civili era inaccettabile sentirsi dire che l'uccisione di una persona con un colpo di pistola alla testa non era stata volontaria».

Poiché la Francia non concede l'estradizione dei suoi cittadini in Svizzera, sono stati aperti due procedimenti giudiziari e avviate indagini parallele nei due Paesi, con gli inquirenti che hanno lavorato «in stretta collaborazione», come aveva sottolineato all'epoca il procuratore di Besançon, Etienne Manteaux. La procura del cantone di Vaud ha dichiarato all'AFP di aver «sospeso il procedimento penale in attesa di una sentenza francese esecutiva».

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