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BERNAAnnegato mentre cercava di salvare il figlio di due anni

07.07.24 - 08:00
I contorni della tragedia che ha sconvolto l’Oberland Bernese lo scorso 23 di giugno iniziano ora a delinearsi.
© CC-BY-SA | Turismo Interlaken
Fonte Blick
Annegato mentre cercava di salvare il figlio di due anni
I contorni della tragedia che ha sconvolto l’Oberland Bernese lo scorso 23 di giugno iniziano ora a delinearsi.

BERNA - Sono emersi nuovi dettagli sull’incidente che lo scorso 23 di giugno aveva sconvolto l’Oberland Bernese. Un uomo e un bambino di due anni erano precipitati nei pressi delle cascate del Giessbach, nella regione del Faulhorn, nel Lago di Brienz. Il corpo dell’uomo era stato ritrovato dopo due giorni, mentre non ci sono ancora tracce del piccolo.

I contorni della tragedia, inizialmente poco chiari, iniziano ora a delinearsi. Si tratta di una famiglia saudita in vacanza nelle Alpi svizzere. L’uomo era un ricercatore medico dell'Università King Saud di Riyadh. La moglie e la figlia, presenti al momento dell’incidente, hanno deciso di rompere il silenzio e raccontare a un’emittente locale saudita i momenti del dramma.

Secondo quanto emerso, sarebbe bastata una disattenzione dei genitori, che avrebbero perso di vista per qualche attimo il piccolo, a segnare il destino della famiglia.

Il bimbo ha perso l’equilibrio nei pressi della cascata cadendo nel vuoto. Il padre, senza pensarci due volte, si è subito precipitato in acqua per cercare di salvarlo. Il resto della famiglia, colta dal panico, ha cercato aiuto. Ma non c’è stato niente da fare. Le autorità hanno avviato una vasta operazione di ricerca che ha portato al ritrovamento del corpo dell’uomo dopo due giorni di perquisizioni, mentre la ricerca del figlio finora non ha prodotto risultati.

Nel frattempo è giunta anche la conferma da parte delle autorità bernesi. Al Blick, la polizia cantonale ha confermato che la vittima era un uomo di nazionalità saudita. La ricerca del bambino scomparso è ancora in corso. Vige però la massima riservatezza. «Non forniamo alcuna informazione sul contesto privato del motivo per cui le persone si trovavano in Svizzera».

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