Parla il Ceo dell'azienda vodese Phida Groupe coinvolta nell'incidente del 12 luglio: due dei tre operai morti erano suoi dipendenti
PRILLY - Lo scorso 12 luglio un'impalcatura alta 60 metri è crollata in un cantiere a Prilly, a ovest di Losanna. Il bilancio è stato di tre morti e otto feriti, di cui quattro gravi. Tra le aziende coinvolte nella tragedia, la Phida Étanchéité (VD) SA, una delle tante società di Phida Groupe, ex proprietario di Lausanne-Sport. Quella mattina erano gli otto gli uomini al lavoro al cantiere di Malley Phare.
«Ero alla guida della mia auto, mentre alla radio davano la notizia di un grave incidente a Prilly - racconta a 24heures Bastien Sauve, amministratore delegato dell'impresa edile -. All'inizio ho pensato fosse avvenuto in una zona vicina al nostro cantiere, ma poi quando hanno menzionato la torre di legno di Malley, non vi è più stato alcun dubbio. Era il nostro. In quel momento ho capito che qualcuno dei nostri operai era rimasto coinvolto».
Degli otto, tre persone sono rimaste interessate nel crollo. Due, un dipendente permanente svizzero-tunisino di 43 anni, e un lavoratore temporaneo francese di 30 anni, hanno perso la vita. Un terzo, un altro operaio temporaneo francese di 42 anni, è rimasto gravemente ferito e ricoverato al Chuv di Losanna: le sue condizioni sono ancora critiche.
«Alle famiglie delle vittime - prosegue il Ceo - è stato offerto il nostro sostegno: sia per gli annunci, per i funerali o per il rimpatrio dei corpi, in Tunisia e in Francia. E, naturalmente, siamo stati presenti alle cerimonie», afferma Sauve. «Sosterremo anche la compagna del giovane francese deceduto, è incinta di sei mesi. Le forniremo aiuto nel breve e medio termine». Il 30enne aveva due fratelli. Il maggiore lavorava con lui come caposquadra nello stesso cantiere, ma il giorno della tragedia si trovava in ferie.
L'azienda sta valutando inoltre di istituire un fondo a sostegno per tutte le vittime della tragedia di Prilly e per le loro famiglie. «Non solo per i nostri», ma per tutti coloro che sono stati colpiti direttamente o indirettamente dalla tragedia: «Dipendenti, fornitori e chiunque altro».
La gestione dei ponteggi, un vero problema - Nell'intervista a 24heures, Bastien Sauve fa poi una riflessione sulla gestione dei ponteggi e sulla loro sicurezza. «Almeno otto cantieri su dieci hanno problemi - ammette - e non derivano sempre e solo dai ponteggiatori. Possono essere causati persino da altri artigiani, quando spostano un elemento e si dimenticano di rimetterlo al suo posto». Per il gruppo Phida c'è una persona incaricata per il controllo della sicurezza dei ponteggi. Li ispeziona senza preavviso, almeno un centinaio all'anno. L'impianto di Malley, purtroppo, non è stato uno di questi.
Ora i dipendenti vogliono certezze e sapere cosa sia successo quel giorno. «Sono ancora sotto shock, soprattutto perché si arrampicano sulle impalcature ogni giorno. Come è potuto accadere, soprattutto in un cantiere di Suva?», si chiede Sauve. Il gruppo Phida è intenzionato ad avviare un'azione legale sia in sede civile sia penale. A oggi, non è stata contattata nell'ambito delle indagini.