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SVIZZERAPaura di volare? A Zurigo c'è chi può aiutarti

04.08.24 - 08:01
Un pilota offre seminari a chi sull'aereo fa fatica a salirci («un terzo di persone al mondo»); perché «i tranquillanti non servono».
Imago (archivio)
Fonte Blick
Paura di volare? A Zurigo c'è chi può aiutarti
Un pilota offre seminari a chi sull'aereo fa fatica a salirci («un terzo di persone al mondo»); perché «i tranquillanti non servono».

ZURIGO - Forse qualcuno ricorderà una delle scene più divertenti della commedia romantica "French kiss", dove Kate (Meg Ryan) si trova costretta, tremante dalla paura, a viaggiare in aereo, dagli USA alla Francia, per raggiungere - o meglio, per riacciuffare - Charlie, il suo promesso sposo che, nel frattempo, ha perso la testa per una bella "francesina" dal fascino irresistibile. Potere dell'amore - verrebbe da dire - che consente a Kate di tornare a volare, sconfiggendo così la sua fobia dell'aria. Ma non tutti possono avere certo la stessa motivazione per vincere la paura dell'aereo. Problema che - secondo il Blick - riguarda un terzo delle persone nel mondo.

In loro soccorso arriva l'idea del pilota di linea Tom Schneider, 47 anni e un passato da bancario, che all'aeroporto di Zurigo organizza seminari, rivolti a privati, gruppi e aziende, contro il terrore dell'altitudine. «La paura di volare colpisce tutti i gruppi sociali - racconta in un'intervista al quotidiano svizzero tedesco -, sia «chi vola spesso» per lavoro, sia chi lo fa solo per «vacanza»: «adulti e, sempre più spesso, bambini».

Paura più forte nel viaggio di ritorno - Nella lunga intervista si scopre poi che la paura di imbarcarsi è più forte nel viaggio di ritorno rispetto a quello di andata. Perchè? Semplice, se parti da casa si «ha la possibilità di annullare il viaggio», mentre una volta a destinazione, il soggetto che ha paura «non vive la vacanza in modo rilassante: pensa costantemente al volo di ritorno». Stato d'animo che riguarda anche chi è costretto a volare per lavoro: «Purtroppo molti manager ricorrono ai tranquillanti».

«La sensazione di perdere il controllo scompare» - Soluzione - quella degli ansiolitici - che non trova il benestare del pilota. Infatti l'uso di medicinali non rimuove la causa del problema, oltre a inficiare le capacità del viaggiatore che si trova poi, una volta a destinazione, a dover affrontare riunioni e incontri non certo al top della forma.« Per questo motivo - spiega Tom Schneider, - nell'ambito della gestione della salute aziendale, offro corsi per manager che volano di frequente, in modo che in futuro possano iniziare i loro viaggi di lavoro senza stress». Ecco che durante i seminari si comincia col capire dove si insinua dentro di noi il timore: nei viaggiatori «manca la conoscenza delle procedure tecniche, delle molteplici protezioni, dei fenomeni fisici e meteorologici e della formazione dell'equipaggio», sentenzia il pilota. Dunque «una volta capito come funziona il volo e perché è così sicuro, la sensazione di perdere il controllo scompare».

«I partecipanti capiscono razionalmente perché volare è sicuro» - Infine, durante il seminario si spiega che il panico per le turbolenze e i vuoti d'aria («non ci sono vuoti d'aria: lo spiego chiaramente nel seminario») vengono resettate, perché è importante sapere che «a differenza di un'automobile, ogni sistema rilevante per il volo è protetto due o tre volte».

Dunque, anche se non ci si trova per forza costretti a dover rincorre dall'altro capo del mondo uno spasimante in fuga, per chi volesse affrontare il volo con maggiore consapevolezza, secondo il pilota, sarà sufficiente spendere 3 o 4 ore di corso. Per diventare più consapevoli e dunque meno paurosi. Con un unico obiettivo: «Che i partecipanti capiscano razionalmente perché volare è così sicuro».

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