La 23enne argoviese Vivienne Huber, solita a minacce e molestie via social per il suo aspetto, ha citato in giudizio un uomo. E ha vinto.
AARAU - Troppo giovane e troppo avvenente, la carriera politica della candidata Udc al Gran Consiglio argoviese Vivienne Huber (23) ha portato con sé una lunga serie di commenti e messaggi social offensivi, spesso e volentieri di carattere sessista.
«La politica non ha bisogno di modelle», «Hai litigato con il botox?», «Oltre alle labbra ti sei riempita anche le tette? Quando il cucuzzolo è vuoto è meglio riempire tutto quello che sta a valle?». Questi sono solo alcuni dei messaggi ricevuti da hater, sia uomini che donne.
Già ad aprile la ragazza aveva denunciato a 20 Minuten il bullismo e le molestie, sostenendo di riuscire a sopportarli - «Grazie a dio ho la pelle dura», aveva spiegato alla Aargauer Zeitung - anche se un video in particolare (con minacce aperte) l'aveva portata al posto di polizia: «Sono cose che prendo sul serio», aveva dichiarato. In questo caso in particolare, il suo aggressore verbale l'aveva sfidata a denunciarlo mostrando anche il suo documento d’identità.
Detto e fatto. E alla fine la condanna per l'uomo è arrivata. Dagli atti: «L'imputato sapeva di aver inviato a Vivienne Huber un SMS con la dicitura “Pu****a”, con il chiaro intento di insultarla e ledere nell'onore». Nel video, poi le minacce diventavano ancora più dure: «Ti rovinerò la vita» e «aspetta a vedere che ti succederà».
Al condannato è stata comminata una multa di 40 aliquote giornaliere da 30 franchi ciascuna 1'200 franchi. Dovrà inoltre contribuire alle spese processuali per 500 franchi. Il ricorso è possibile, ma solo entro 10 giorni dalla sentenza.
Huber, sentita da 20 Minuten ha confermato la sua soddisfazione tanto per la condanna quanto per la multa. Secondo lei si invia «un chiaro segnale» che questo comportamento «non può, e non deve, essere tollerato», ha confermato sempre al quotidiano argoviese.
«La multa è un passo nella giusta direzione per dimostrare a tutti che questo tipo di attacchi hanno delle conseguenze», ha affermato, «spero che questo porti anche altre (e altri) a intraprendere azioni legali per difendersi da chi li minaccia sui social».
«Chiamare una “pu****a” e minacciarla in chat private ti costano 1'200 franchi. Rispetto e decenza, sono gratis...», ha postato dopo la sentenza su X.
Beschimpfungen als Hure und Drohungen in privaten Chats macht dann Fr. 1200.-. Respekt und Anstand? Kostenlos...https://t.co/Rie23PleBx pic.twitter.com/degvfLjcRq
— Vivienne Huber (@vivienne_huber) August 4, 2024