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FRIBURGODonna suicida alla centrale di polizia, la Procura chiude il caso

05.09.24 - 11:17
Il Ministero pubblico di Friburgo ha archiviato il procedimento penale contro ignoti per omicidio colposo. I fatti avvennero nel 2022.
Polca FR (archivio)
Fonte ats
Donna suicida alla centrale di polizia, la Procura chiude il caso
Il Ministero pubblico di Friburgo ha archiviato il procedimento penale contro ignoti per omicidio colposo. I fatti avvennero nel 2022.

Il Ministero pubblico friburghese ha archiviato un procedimento penale contro ignoti per omicidio colposo in seguito al suicidio di una donna in un locale per le audizioni della polizia a Friburgo il 21 settembre 2022. È ancora possibile ricorrere al Tribunale cantonale.

Il corpo senza vita di una donna di origine thailandese, nata nel 1976, era stato trovato nella stanza intorno alle 13.45. «Le indagini tecniche affidate alla polizia giudiziaria di Neuchâtel e l'autopsia hanno rivelato che la vittima si è suicidata», indica oggi la Procura.

La vittima era stata arrestata il giorno precedente insieme al suo compagno per sospetta tratta di esseri umani e favoreggiamento della prostituzione. La donna era stata condotta alle 9.10 circa nel locale per essere interrogata alle 14.00.

Durante le quasi cinque ore di attesa nella stanza, che non era videosorvegliata ma dotata di un citofono, era rimasta sola e aveva ricevuto un solo visitatore. Alle 11.05 aveva chiamato al citofono la reception della polizia e alle 11.07 un ispettore si era recato nel locale e le aveva consegnato un pasto.

Le indagini della Procura hanno rivelato che, contrariamente alle istruzioni scritte interne della polizia cantonale, la deceduta indossava scarpe con le stringhe. Non è stato però possibile stabilire chi fosse responsabile di questa negligenza: colui che l'aveva accompagnata per primo, un ispettore che l'aveva condotta alla stanza, oppure un secondo ispettore che si era recato da lei verso le 11.05.

«Non ha senso rinviare a giudizio tre imputati solo per negligenza, perché il tribunale non avrebbe altra alternativa che l'assoluzione», aggiunge il Ministero pubblico. «La combinazione tra la presenza di lacci e la lunga attesa ha portato a questo tragico risultato», prosegue la Procura, per la quale il controllo visivo della persona collocata nella sala interrogatori non può essere definito inadeguato.

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