Sul banco degli imputati madre, padre e nonna della piccola. La bimba soffriva di una malattia fortemente invalidante
BREMGARTEN - Dovranno rispondere dell'accusa di assassinio, i genitori di una bimba disabile di 3 anni affetta da una grave malattia cerebrale e trovata priva di vita nella sua culla a Hägglingen (AG), nel maggio del 2020. Alla sbarra, presso il Tribunale distrettuale di Bremgarten, anche la nonna della piccola, accusata di favoreggiamento.
La procura di Muri-Bremgarten chiede che i genitori siano condannati per omicidio e puniti con 18 anni di reclusione ciascuno. Come preannunciato in occasione dell'atto d'accusa lo scorso autunno, la nonna rischia cinque anni per complicità in omicidio. Per i tre imputati, di origine tedesca, è stata chiesta pure l’espulsione dalla Svizzera per un periodo di 15 anni, una volta scontata la pena.
Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, la mattina del 7 maggio 2020 i soccorsi venivano allertati per una bambina trovata priva di vita nel proprio letto. A sollecitarli, i genitori della piccola. I sanitari intervenuti sul posto non poterono far altro che confermare il decesso della piccola.
Ecstasy nel sangue - All'epoca, il Ministero pubblico dispose l'autopsia. Secondo la procura, i medici legali hanno trovato dell'ecstasy nel sangue della bambina. La causa della morte è stata la “carenza di ossigeno indotta”. Le indagini avevano rivelato anche che i familiari, nei mesi precedenti, avevano già tentato di uccidere la bambina somministrandole sostanze stupefacenti.
Secondo l'anamnesi della piccola, molto probabilmente avrebbe necessitato di cure intensive per tutta la vita a causa della malattia cerebrale che la affliggeva.
Una sentenza è attesa entro venerdì. Fino ad allora, per tutti gli imputati vale la presunzione d’innocenza.