Un quotidiano olandese descrive gli ultimi istanti prima della morte della donna nella capsula suicida.
ERISHAUSEN - Circa un mese fa, la morte di una donna americana di 64 anni ha suscitato scalpore in Svizzera: la controversa capsula suicida Sarco veniva utilizzata per la prima volta, per l'esattezza a Merishausen (SH). Il quotidiano olandese “De Volkskrant”, che aveva un giornalista sul posto, descrive ora gli istanti che hanno preceduto il decesso.
Lunedì 23 settembre 2024, intorno alle 15:47, la donna si trovava nelle immediate vicinanze della capsula con il Dr. Florian Willet, Presidente dell'organizzazione Sarco “The Last Resort”. L'uomo ha rimosso il telo verde che copriva il dispositivo.
Gli ultimi momenti - Secondo il giornale olandese, Willet avrebbe chiesto alla donna gravemente malata: «Sei pronta...?». L’americana avrebbe quindi risposto: «Devo tenere le scarpe?». La 64enne indossava pantaloni neri chiari, un cardigan bianco e sandali.
Willet le avrebbe detto di tenere le scarpe. La donna a quel punto è entrata nella capsula, si è sdraiata e si è sistemata dietro la testa un cuscino da viaggio viola. Le è stato poi chiesto se le sarebbe piaciuto scambiare qualche parola con il Dott. Philip Nitschke, l'inventore della capsula, collegato tramite video. Lei ha rifiutato.
«No, sto bene», avrebbe risposto. Secondo il quotidiano olandese, Willet ha interpretato questo come un segnale di via per dare inizio al processo. Avrebbe quindi detto a Nitschke: «Sembra che sia pronta».
Le ultime parole - La 64enne, che ha più volte espresso il desiderio di morire a causa di una grave malattia che le provocava forti dolori, è salita e ha chiuso il coperchio «senza esitazione».
A quel punto gli operatori Sarco hanno potuto osservare la donna con una telecamera. «Pronto?», avrebbe chiesto la donna rivolgendosi a Willet. Al suo cenno lei avrebbe detto «ok».
Erano le 15:45 circa quando la 64enne ha premuto il pulsante che ha causato la sua morte. Nitschke le ha dato istruzioni precise, chiedendole di inspirare ed espirare profondamente: questo avrebbe accelerato il processo di morte. La frequenza cardiaca e i livelli di ossigeno del paziente sono stati monitorati utilizzando un iPad. Il livello di ossigeno nel sangue è sceso dal 20% allo 0,3% in circa due minuti e mezzo.
Speculazioni sulla causa della morte - Secondo “De Volkskrant” alle 16:01 è suonato un allarme dall’iPad, presumibilmente dal cardiofrequenzimetro. Willet, apparentemente confuso, avrebbe detto al suo collega: «È ancora viva Philip». Tre minuti dopo, tuttavia, ha sottolineato che «non si era mossa per circa due minuti».
Willet, rivolgendosi a Nitschke avrebbe detto: «Aveva gli occhi chiusi. E ha respirato molto profondamente. Poi il respiro è rallentato. Quindi si è fermato. Sembra davvero morta».
Dopo la morte sono state contattate le autorità che hanno arrestato diverse persone, tra cui Willet. Attualmente è ancora in regime di carcere preventivo. È emerso inoltre il sospetto di omicidio colposo. Vi sarebbero infatti indizi che fanno pensare a una morte per strangolamento. Non è ancora disponibile il rapporto ufficiale dell'autopsia e, fino a prova contraria, vige la presunzione di innocenza.