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ZURIGOIl Poli di Zurigo silura l'eco-luminare dopo le accuse di «approcci inadeguati»

21.12.24 - 20:02
Thomas Crowther, definito lo «Steve Jobs verde», l'aveva spuntata in tribunale (in segretezza) ma un'indagine interna gli è costata il posto.
Imago/dieBildmanifaktur-ETH/Peter Ruegg
Fonte TagesAnzeiger
Il Poli di Zurigo silura l'eco-luminare dopo le accuse di «approcci inadeguati»
Thomas Crowther, definito lo «Steve Jobs verde», l'aveva spuntata in tribunale (in segretezza) ma un'indagine interna gli è costata il posto.

ZURIGO - Luminare delle scienze ambientali, paragonato addirittura a Steve Jobs per il suo approccio alla crisi climatica e alla sua strategia di salvare il mondo «piantando un albero dopo l'altro».

Thomas Crowther, anche assistente e ricercatore del Politecnico di Zurigo, con i suoi pensieri e le sue teorie aveva influenzato i discorsi all'ONU, al WEF ed era finito sulle copertine dei maggiori quotidiani e magazine. La sua fama aveva finito per riflettersi anche sull'ateneo zurighese, con onori (e finanziamenti).

Tutto ciò lasciava presagire a un sodalizio lungo e fruttuoso, con in dirittura d'arrivo per ottenere una cattedra a tempo indeterminato.

Invece, come riporta il TagesAnzeiger, non sarà così: Crowther è stato silurato senza troppe cerimonie mentre si trovava in vacanza.

Il motivo riguarda una serie di accuse per «approcci» con i colleghi di ricerca o studio ritenuti «inadeguati per un superiore». Questi si sarebbero verificati fra il 2018 e il 2021, quale sia l'esattezza delle accuse non si è mai saputo.

Il ricercatore si è difeso in rito abbreviato al Tribunale distrettuale di Zurigo, chiedendo che i dettagli del procedimento non venissero diffusi. Così è stato, e la corte gli ha dato ragione (in via provvisoria).

Stando a quanto scrive il quotidiano zurighese, le persone querelanti hanno tentato più volte di far valere le proprie ragioni alla Direzione del Politecnico. Crowther si era poi difeso, in un'intervista ai quotidiani del gruppo Tamedia, in cui parlava di «menzogne» e «distorsione della realtà».

L'ETH, però, ha mangiato la foglia e ha deciso di attivare un'indagine interna lo scorso settembre. Nel frattempo è iniziata una raccolta firme, fra studenti e collaboratori, che ha raccolto 1'700 firme.

Un rapporto preliminare è stato consegnato in questi giorni alla Direzione del politecnico che ha deciso di cessare il rapporto di collaborazione in quanto «non esiste alcuna base di fiducia perché questo possa continuare». Crowther viene quindi liberato immediatamente.

«Sono sollevat*», commenta al TagesAnzeiger una delle vittime che ha preferito mantenere l'anonimato, «mi chiedo se le cose sarebbero andate diversamente se tutto questo non fosse diventato di pubblico dominio... Oggi probabilmente quella persona avrebbe una cattedra, ci scommetto».

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