Una donna ginevrina ha sottratto due o tre dispositivi elettronici al giorno per un anno e mezzo. A processo, è stata condannata.
GINEVRA - Una postina ha sottratto ogni giorno per un anno e mezzo due o tre cellulari, tablet o smartwatch dai pacchi che doveva consegnare per un bottino di 275mila franchi. Scoperta grazie alla videosorveglianza e licenziata, ha accusato la compagna dell’epoca, che l’avrebbe spinta a rubare perché aveva bisogno di soldi.
Le pene - È stata giudicata colpevole di furto e condannata a un anno di carcere con sospensione della pena, mentre alla sua ex amante sono stati inflitti, in un procedimento separato, 18 mesi di carcere con sospensione della pena per ricettazione aggravata.
Scoperta dalle telecamere - La donna lavorava per le Poste da 32 anni. I furti sono avvenuti tra luglio 2021 e febbraio 2023. Il Gigante giallo, sospettando che ci fosse un ladro tra il suo personale, ha installato una telecamera, risalendo all’impiegata di origine spagnola. Nella sua abitazione di Ginevra sono stati trovati 66 dispositivi elettronici. Gli stessi venivano rivenduti illegalmente all’estero, in Spagna o Bolivia.
Accecata da un amore fittizio - Durante il processo, l’ormai ex postina ha puntato il dito sull’ex compagna. «L’ho conosciuta ed è stata la mia rovina. Non avevo mai rubato nulla prima». Le avrebbe, infatti, chiesto dei soldi per la madre gravemente malata e per il figlio e lei, non avendoli, ha cominciato a rubare.
«Me ne pento profondamente». Come riporta 20 Minuten, aveva trovato l’amore, ma, citando il suo legale, «ha trovato l’inferno, perdendo il lavoro e la possibilità di lavorare in futuro». Inoltre, ha poi scoperto che in realtà l’ex compagna aveva una relazione con un’altra persona.
Oltre alla pena, ha un debito di 275mila franchi con le Poste. È stato appurato che gli introiti dei furti sono andati quasi tutti all’ex compagna.