L'agente era stato condannato a una pena pecuniaria sospesa per un fermo movimentato alla stazione. Va in scena l'appello
BERNA - Era stato uno dei protagonisti di un arresto, paragonato per le modalità al caso dell'afroamericano George Floyd, un episodio che aveva fatto scalpore anche perché era stato visto e raccontato da alcuni giornalisti. Da oggi il Tribunale superiore di Berna esamina il caso di un poliziotto, condannato nel settembre 2023 ad una pena pecuniaria sospesa per abuso d'ufficio e percosse. La difesa chiede, come in prima istanza, l'assoluzione, la procura si batte per la conferma della condanna.
I fatti si erano svolti alla stazione di Berna. Una pattuglia di polizia aveva notato un uomo barcollante vicino alla chiesa di Heiliggeist e aveva cercato di fermarlo per un controllo. Lui aveva opposto resistenza ed era stato messo a terra. Erano presenti due poliziotti, uno dei quali aveva messo il ginocchio sul collo della persona, un po' come successo a Floyd, mentre l'altro lo avrebbe spinto (ci sono versioni contrastanti tra procura e difesa) nel veicolo con cui è stato poi portato via.
Mentre il primo agente, quello che aveva immobilizzato l'uomo a terra, era stato assolto dalle accuse di abuso d'ufficio e percosse, l'altro era stato condannato.
Oggi l'imputato ha spiegato di non aver mai spinto l'uomo e che lo stesso, instabile sulle gambe, è caduto nell'auto della polizia.Ma per la procura, se così fosse stato, lo avrebbero dovuto soccorrere.
Oggetto del dibattimento è anche il ruolo di alcuni giornalisti presenti, che avevano raccontato con toni forti l'arresto, dicendo che la vittima era stata «gettata nell'auto come un sacco di patate»: per la difesa, la loro testimonianza non è credibile, essendosi schierati sin da subito contro gli agenti. Di tutt'altro avviso la procuratrice, che ha spiegato come tutti i presenti erano stati colpiti dall'evento ma che quanto riportato era preciso, dettagliato, cautelativo e coerente.