Ancor prima di una decisione, il Gruppo Lupo Svizzera (GLS) si pronuncia in modo negativo: anche se il numero delle pecore uccise soddisfa i requisiti per l'uccisione dell'animale, la protezione delle greggi oggetto delle aggressioni - afferma - non è conforme alle esigenze in materia.
Il presidente dell'associazione degli allevatori di pecore dal muso nero del Vallese, Daniel Steiner, sostiene che la tipologia dell'alpe nella quale si sono svolte le ultime incursioni non consente di allestire misure di protezione. I cani pastore, in particolare, rappresentano un reale pericolo per gli escursionisti, numerosi nella regione in estate.
In uno studio pubblicato in giugno, l'Associazione per lo sviluppo dell'agricoltura e delle aree rurali (Agridea) rilevava che un quarto degli alpeggi vallesani non può essere protetto dal lupo, mentre nel 60% le misure di protezione possono essere migliorate.
Fra i documenti che saranno esaminati dalla commissione intercantonale figurano anche i dati relativi alle misure di protezione delle greggi allestite nelle valli colpite, precisa il capo del servizio vallesano della caccia Peter Scheibler.
Secondo Steiner, il lupo che si aggira attualmente nelle valli in questione è particolarmente aggressivo. In meno di un mese ha ucciso trenta pecore e due capre.
Dal ritorno del predatore in Svizzera nel 1995 sono state emesse tredici autorizzazioni per l'abbatimento. Otto animali sono stati effettivamente soppressi; l'ultimo nel settembre 2013 nella valle di Goms (Vallese). Altri lupi sono rimasti vittima di incidenti o sono stati uccisi da bracconieri.