Il consigliere agli Stati vallesano Beat Rieder si oppone fortemente allo stralcio del riferimento cristiano nel nome.
Secondo il senatore se un «partito dubita così tanto di sé stesso da voler cambiare nome, allora esso non è più stabile».
BERNA - Il consigliere agli Stati Beat Rieder (PPD/VS) si oppone fermamente a un cambiamento di nome del suo partito, che sta attualmente valutando la possibilità di stralciare il riferimento cristiano presente nella sua denominazione in francese (Parti démocrate-chrétien) e tedesca (Christlichdemokratische Volkspartei).
«Cambiare nome è l'ultima delle misure possibili da prendere per un partito», ha detto il "senatore" vallesano in un'intervista pubblicata oggi su alcuni giornali del gruppo CH-Media.
«Se un partito dubita così tanto di sé stesso da voler cambiare nome, allora esso non è più stabile», ha aggiunto Rieder. Secondo il 57enne altovallesano, questa misura sarebbe «la rovina del partito». La «c» all'interno del nome significa cristiano e non cattolico, ha spiegato, sottolineando che il PPD non avrebbe un futuro senza tale riferimento.
Lo scorso febbraio è stato avviato un sondaggio interno per tastare il polso della base, poiché il dilemma sul riferimento cristiano occupa da anni il partito a livello nazionale. La direzione della formazione politica propone ai suoi affiliati una serie di varianti, una ventina, come "CVP. Die Mitte", "Allianz der Mitte" oppure "Demokratische Volkspartei".
Aperto a fusione con il PBD - Il consigliere agli Stati si è tuttavia detto aperto a una possibile fusione tra il suo partito e il PBD. Le due formazioni politiche hanno annunciato a inizio maggio di aver avviato colloqui sulla possibile formazione di un nuovo partito di centro. Tale unione era già stata affossata nell'ottobre 2014 dopo che una consultazione interna al PBD ha messo in luce forti reticenze da parte delle sezioni cantonali.
«Non ho alcun problema con il PBD», ha chiarito Rieder, che insiste tuttavia sul fatto di mantenere la "c" nel nome proponendo come alternativa "PPD-PBD" (e di conseguenza PDC-PBD in francese e CVP-BDP in tedesco).
«Pfister ha perso il focus» - Secondo Rieder, il PPD deve prendere una linea chiara sulle questioni importanti e poi rimanere fermamente sulle sue decisioni, senza scendere a compromessi: il "senatore" altovallesano si è poi detto chiaramente contrario all'accordo quadro con l'Unione europea, citandolo come esempio.
Il calo di consensi nel corso degli anni ha a che fare con il programma e l'orientamento del partito, ha aggiunto Rieder, sostenendo che nei cantoni in cui il PPD ha perso aveva spesso stretto alleanze con la sinistra.
Rieder poi è tornato anche sulla mancata rielezione di Filippo Lombardi al Consiglio degli Stati. Secondo l'altovallesano, essa è da far risalire al problema degli stranieri e dei flussi migratori in Ticino.
Il consigliere agli Stati ha criticato anche il presidente del partito Gerhard Pfister, accusandolo di «aver perso il focus, poiché le elezioni non sono andate come sperato», ma riconoscendo al collega di essere «un eccellente analista e programmatore».