Il Consiglio nazionale ha deciso di aggiungere diversi fondi a quanto stabilito in giugno dagli Stati.
I deputati vorrebbero aumentare di 41.4 milioni di franchi i crediti per il prossimo quadriennio. La somma totale dovrebbe superare i 28 miliardi. Unico partito a battersi contro l'aumento è l'UDC.
BERNA - Lungo dibattito stamane al Consiglio nazionale sui fondi da destinare alla formazione, alla ricerca e all'innovazione nei prossimi quattro anni. In ballo c'è una somma che supera i 28 miliardi di franchi. La Camera ha deciso di aggiungere diversi crediti a quanto stabilito in giugno dagli Stati, per un totale di 41,4 milioni di franchi. Le discussioni non sono concluse e proseguiranno mercoledì 16 settembre.
«Senza risorse naturali il nostro Paese ha capito che bisogna investire nel capitale umano», ha sottolineato in entrata Fabien Fivaz (Verdi/NE) a nome di una delle commissioni preparatorie.«"Parliamo di crediti che fissano un tetto massimo, non di spese, per le quali sarà necessario un preventivo», ha ricordato Jacques Bourgeois (PLR/FR). «Queste cifre non sono quindi scolpite nella pietra».
Contro la revoca del blocco dei crediti si è battuta invano a più riprese l'UDC. «Siamo al ribasso stando agli studi PISA, ma le spese continuano ad aumentare», ha criticato Peter Keller (UDC/NW). «Uno dei sistemi più cari al mondo produce studenti mediocri», ha aggiunto. «L'inclusione a ogni costo non ha senso e nemmeno studiare due lingue straniere alle elementari», ha poi sostenuto. «Dobbiamo fissare delle priorità».
«Gli aumenti sono fondamentali in tempi di crisi», ha replicato Mathias Reynard (PS/VS), «e rispondono a una richiesta formulata da lungo tempo dai socialisti». «Altri Paesi sono quasi invidiosi del nostro sistema», ha aggiunto Christian Wasserfallen (PLR/BE). «La pandemia ha dimostrato la necessità di disporre di personale sanitario qualificato», ha poi ricordato Isabelle Chevalley (Verdi liberali/VD): «Dobbiamo continuare a investire ».
«Nelle circostanze attuali, con questi fondi lanciamo un segnale forte di fiducia verso coloro che lavorano in questo ambito», ha rilevato il consigliere federale Guy Parmelin, ponendo l'accento sull'importanza della formazione e della ricerca per la prosperità della Svizzera.
Nel dettaglio, il plenum ha deciso a larga maggioranza di stanziare 20,4 milioni in più degli Stati per la formazione professionale, portando il totale del settore a 254,6 milioni. Le organizzazioni attive nel campo della formazione continua e i Cantoni riceveranno altri sei milioni (complessivamente 59,5 milioni).
I politecnici federali beneficeranno dal canto loro di ulteriori 15 milioni di franchi - per complessivi 10,825 miliardi - da destinare al potenziamento dell'insegnamento e della ricerca nel campo dello sviluppo sostenibile. Parmelin si è opposto a quest'ultima proposta, che ha definito un'interferenza negli affari dei politecnici e un «pericoloso precedente». Ha inoltre ricordato che il Consiglio dei Politecnici ha già in programma la creazione di 80 posti di lavoro in questo comparto, tra professori e gruppi di ricerca.
La sinistra non è riuscita a spuntarla sul tema delle borse di studio: i contributi assegnati ai Cantoni per l'aiuto alla formazione rimarranno quelli previsti dal governo, ossia 100,3 milioni, niente di più. Reynard ha ricordato senza successo che il sostegno agli studenti è rimasto invariato negli ultimi dieci anni.
Nel suo messaggio, il Consiglio federale proponeva un pacchetto di 27,9 miliardi di franchi, due miliardi in più rispetto al quadriennio precedente. Gli Stati avevano ritoccato il budget aumentandolo di 188 milioni.