Lorenzo Quadri chiede al Governo di uscire da Schengen nel caso in cui l'UE abbandoni la convenzione sull'asilo.
Il consigliere nazionale ricorda che nel 2005 il popolo svizzero accettò il pacchetto completo Dublino-Schengen: «Determinante fu proprio l'aspetto legato ai rinvii».
BERNA - «La Svizzera deve uscire da Schengen nel caso in cui l'UE abbandoni la convenzione di Dublino». È il pensiero - espresso tramite una mozione indirizzata al Consiglio federale - di Lorenzo Quadri.
Il consigliere nazionale chiede in primo luogo al Governo di «attivarsi per il mantenimento della convenzione» che stabilisce i criteri e i meccanismi riguardanti l'asilo «senza costi aggiuntivi per la Svizzera». Nel caso in cui l'UE dovesse effettivamente abbandonare il sistema Dublino, Quadri pretende che Berna «disdica la partecipazione elvetica all’accordo di Schengen».
Tutto questo, ricorda il consigliere nazionale leghista, perché il popolo svizzero, in una votazione nel 2005, accettò il "pacchetto completo" formato dai trattati di Schengen e di Dublino. «Determinante per l'accettazione - ricorda Quadri - fu proprio l’aspetto legato ai rinvii permessi dalla convenzione di Dublino. Senza questa componente, l’adesione della Svizzera allo spazio Schengen non sarebbe mai stata approvata in votazione popolare».
La caduta di Dublino? - Il regolamento Dublino, che armonizza le politiche degli stati dell'Unione Europea in materia di diritto all'asilo, sarà in futuro abolito. Lo ha annunciato a metà settembre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, precisando che esso sarà «sostituito da un nuovo sistema di governance». Il futuro sistema di gestione sarà basato su una «struttura comune per quello che riguarda gli asili e i rimpatri» e disporrà di un «un meccanismo di solidarietà molto forte e incisivo».
La storia - Il primo accordo è entrato in vigore nel 1997, introducendo il criterio del primo Paese d'ingresso. Successivamente l'accordo è stato rinnovato dapprima nel 2003 e poi nel 2014, con il Dublino III - attualmente in vigore - che confermava i principi di fondo della convenzione, apportando alcune novità tra le quali maggiori tutele nei confronti dei minori e l'ampliamento dei termini in materia di ricongiungimento familiare.