La parola di partiti, padronato e sindacati dopo le decisioni del Consiglio federale
BERNA - I partiti accolgono complessivamente con favore le misure contro la pandemia annunciate oggi dal Consiglio federale. A sinistra si invita però il Governo a fare di più per sostenere i settori colpiti, mentre i Verdi volevano maggiore incisività. A destra, riserve arrivano soprattutto dall'UDC, preoccupata per l'economia.
UDC - L'UDC si mostra critica in particolare verso la chiusura dei ristoranti e le strutture per il tempo libero, così come nei confronti del limite relativo al numero di persone nei negozi. «Questi provvedimenti possono rappresentare il colpo di grazia per molti», teme il partito.
Nella sua presa di posizione, l'UDC si dice perlomeno sollevata del fatto che un lockdown totale sia stato scongiurato. Considera poi positivo che siano possibili deroghe per i Cantoni meglio messi dal punto di vista epidemiologico e che non siano cadute decisioni a livello nazionale in merito all'apertura degli impianti sciistici.
PLR - Il PLR prende atto delle decisioni, ma chiede la definizione di una strategia chiara per le prossime settimane. Essa necessita di un piano coerente per le vaccinazioni, scrivono in una nota i liberali-radicali.
Il partito inoltre continua a esigere un sistema di coordinamento comprensibile, che «il Consiglio federale fa di tutto per ignorare dal mese di aprile». In generale, il PLR considera logico che l'esecutivo, vista la situazione preoccupante, abbia agito, ma ritiene che ai Cantoni debba essere lasciato un margine di manovra.
PS - «Purtroppo le nuove misure sono drastiche per molti cittadini e molte aziende», afferma dal canto suo la co-presidente del PS Mattea Meyer, le cui parole sono riportate in un comunicato. Perciò chi è colpito direttamente e indirettamente va ora indennizzato rapidamente, aggiunge la consigliera nazionale zurighese. La situazione per tanti è troppo precaria, rincara la dose l'altro co-presidente dei socialisti, Cédric Wermuth. Il partito si augura anche che venga fatto un gesto per chi lavora nel settore sanitario, per esempio negli ospedali, ma non solo.
PPD - Approvazione per le mosse del Consiglio federale giunge dai ranghi del PPD, secondo il quale Berna si è presa le sue responsabilità. Per il partito la priorità deve essere evitare il collasso del sistema sanitario. Le misure sono pesanti e la loro riuscita dipende dal contributo solidale di ciascuno, prosegue il partito in una nota. Allo stesso tempo, un aiuto economico sostanziale va assicurato per tutte le persone toccate dalle restrizioni.
Verdi - Non sono sulla stessa linea i Verdi, secondo cui, tenendo conto della gravità del contesto, le nuove norme non si spingono abbastanza in là. Gli ecologisti ritengono che le autorità dovessero muoversi prima e non risparmiano rimproveri anche sul tema aiuti finanziari, etichettati per il momento come eccessivamente timidi.
Verdi liberali - Sostegno al governo arriva invece dai Verdi liberali, che tuttavia non mancano di sottolineare come ci si sia attivati «un po' tardi». Se la situazione non migliora a breve, un nuovo giro di vite sarà inevitabile, ammonisce il partito, che inoltre chiede l'estensione del lavoro ridotto e il rinnovo dell'accesso ai crediti Covid.
Oltre i partiti: padronato e sindacati - Le misure annunciate oggi da Berna sono state accolte tutto sommato positivamente sia dal padronato che dai sindacati. Economiesuisse e Unione svizzera degli imprenditori le ritengono adeguate, mentre l'Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) si rammarica della chiusura dei ristoranti. L'Unione sindacale svizzera (USS) sostiene la strategia del governo ma chiede maggiori aiuti.
Per Economiesuisse, vista la situazione attuale, il pacchetto di misure comunicato oggi è proporzionato, si legge in una nota. Anche se questa decisione colpirà duramente molti settori industriali, l'organizzazione la considera inevitabile. Ritiene inoltre ragionevole la strategia di vaccinazione adottata dalla Confederazione, a condizione che le capacità possano essere messe a disposizione rapidamente.
L'Unione svizzera degli imprenditori condivide questo punto di vista ed è sollevata per il fatto che l'esecutivo non ha esteso le misure ad altri settori dell'economia. Ciò che importa in questa fase è la leadership a livello nazionale del Consiglio federale con il tasso di riproduzione del virus come riferimento, in modo che i Cantoni possano decidere se applicare o meno le misure raccomandate da Berna, si legge in un comunicato. L'organizzazione chiede comunque che gli aiuti vengano erogati ai settori in difficoltà più rapidamente del previsto.
C'è meno soddisfazione fra i ranghi dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam). I ristoranti e le strutture per il tempo libero hanno sviluppato piani di protezione efficaci e flessibili, sottolinea l'organizzazione in una nota. La chiusura di questi stabilimenti è quindi incomprensibile per l'Usam. I dati dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) smentiscono l'affermazione secondo cui i ristoranti sono tra i luoghi dove si verificano più frequentemente contaminazioni, sostiene l'organizzazione.
Il ritiro della libertà economica comporta una perdita di fatturato di 2,5 miliardi di franchi solo per i ristoranti e di 800 milioni di franchi per il settore del tempo libero, fa notare l'Usam chiedendo alla Confederazione di compensare queste perdite. Constata tuttavia con soddisfazione che il Consiglio federale ha risposto alla sua proposta di compromesso relativa al commercio al dettaglio.
Sulla stessa lunghezza d'onda GastroSuisse, secondo cui le chiusure porteranno a numerosi fallimenti. L'organizzazione denuncia inoltre l'insufficienza degli aiuti e si rammarica che non siano state adottate misure di aiuto semplici e veloci, come in primavera.
L'Unione sindacale svizzera (USS) non mette dal canto suo in discussione la strategia del governo, ma chiede un migliore sostegno finanziario. I fondi per i casi di rigore non sono sufficienti, denuncia in un comunicato. Devono essere messe a disposizione maggiori risorse e strumenti, ma anche le indennità giornaliere e i periodi quadro per i disoccupati devono essere estesi.
L'USS chiede inoltre maggiori controlli della tutela della salute e l'attuazione di piani di protezione sul posto di lavoro. Secondo l'USS, la Segreteria di stato dell'economia (Seco) è sorda a queste richieste da mesi. Il sindacato chiede infine una migliore protezione per le persone vulnerabili.
Vista la gravità della situazione Travail.Suisse avrebbe preferito che il Consiglio federale seguisse le raccomandazioni più severe della task force Covid-19 dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Anche se le misure adottate sono insufficienti, avranno effetti. Con la chiusura dei ristoranti, un intero settore ha bisogno di essere sostenuto, sottolinea il sindacato, chiedendo che il modello di cassa pensioni sia rivisto.