La commissione dell'economia e dei tributi propone di non in materia sul progetto nato da una mozione di Abate
BERNA - I Cantoni devono decidere da soli di imporre l'applicazione dei salari minimi a chi lavora sul loro territorio - anche i lavoratori distaccati - e non è necessario disciplinare la questione a livello federale. La commissione dell'economia e dei tributi degli Stati propone, con 8 voti a 3 e 1 astensione, di non entrare in materia su un progetto del Governo nato da una mozione dell'allora consigliere agli Stati Fabio Abate (PLR/TI), che chiedeva di intervenire su scala nazionale.
La maggioranza sottolinea che la fissazione di salari minimi cantonali è una misura di politica sociale la cui attuazione spetta ai Cantoni, mentre la legge sui lavoratori distaccati (LDist) rientra nell'ambito della politica economica, di competenza della Confederazione, si legge in una nota diffusa oggi dai servizi del parlamento.
Une minoranza ricorda che la protezione dei salari è sempre stata la pietra angolare delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone. Mentre la LDist impone ai datori di lavoro di garantire le condizioni di lavoro stabilite nei contratti collettivi di lavoro (CCL) e nei contratti normali di lavoro (CNL), è incomprensibile che non imponga anche il rispetto di eventuali salari minimi cantonali.
La minoranza ritiene inoltre che respingere il disegno manderebbe un segnale negativo al Ticino, tanto più che la maggior parte dei Cantoni consultati erano favorevoli al progetto.
La Commissione ha pure deciso di sospendere l'esame di una mozione dell'ex consigliere nazionale Giovanni Merlini (PLR/TI), che chiede che per il mancato rispetto della procedura di notifica da parte di un prestatore di servizio indipendente o di un datore di lavoro svizzero sia comminata una sanzione amministrativa, anziché una multa di natura penale. Prima di decidere preferisce attendere la pubblicazione di un rapporto sul tema intitolato "Strumento delle sanzioni amministrative pecuniarie".
Concorrenza sleale - Alla base della mozione Abate c'è l'introduzione, nei cantoni di Neuchâtel, Giura e Ticino, di leggi sul salario minimo. La revisione della legge prevede la possibilità di imporre ai datori di lavoro esteri che distaccano i propri dipendenti in Svizzera anche il rispetto delle condizioni salariali minime prescritte a livello cantonale.
Per rispettare le norme salariali, le aziende e i relativi lavoratori dislocati dovrebbero rientrare nel campo d'applicazione delle leggi cantonali in materia. Il rispetto delle disposizioni sarebbe controllato dai Cantoni in base al diritto cantonale.
Nelle intenzioni del Governo, la proposta terrebbe conto della ripartizione delle competenze tra Cantoni e Confederazione stabilita nella Costituzione federale e garantirebbe l'osservanza del principio di non discriminazione sancito nell'Accordo sulla libera circolazione tra la Svizzera e l'UE: tutti i datori di lavoro i cui lavoratori sono attivi in un Cantone che prevede una legge sul salario minimo sono trattati allo stesso modo.