Il comitato direttivo UDC sostiene il secondo referendum contro la Legge Covid-19, in votazione il 28 novembre.
Secondo i democentristi, il punto più controverso è il certificato sanitario che è «una discriminazione giuridica dei non vaccinati».
BERNA - Il comitato direttivo dell'Unione democratica di centro (UDC) propone all'assemblea dei delegati, che si riunirà domani a Granges-Paccot (FR), di respingere la legge Covid-19 sottoposta al popolo il 28 novembre.
Il comitato democentrista sostiene gli obiettivi di chi ha lanciato questo secondo referendum contro la legge adottata per far fronte all'epidemia di Covid-19. Il punto maggiormente controverso è il certificato sanitario che, secondo l'UDC, è una discriminazione giuridica dei non vaccinati. L'estensione dei poteri attribuiti al Consiglio federale viene pure contestata. Miliardi di franchi dei contribuenti sono stati sprecati per lottare contro una presunta pandemia, scrive l'UDC in una nota odierna.
La legge Covid-19 è stata criticata sin dall'inizio dal gruppo parlamentare democentrista, in particolare a causa dell'associazione di temi diversi (aiuti economici alle persone interessate dal divieto di esercitare un'attività e attribuzione di maggiori poteri all'esecutivo). Il gruppo UDC alle Camere federali ha tentato invano di separare i due oggetti. Durante l'assemblea dei delegati, svoltasi nel marzo scorso, l'UDC aveva allora deciso di lasciare libertà di voto in vista del primo scrutinio del 13 giugno scorso.
Il comitato propone pure all'assemblea di respingere i due oggetti in votazione il prossimo 26 settembre, ossia l'iniziativa popolare "Sgravare i salari, tassare equamente il capitale" lanciata dalla Gioventù socialista e la Modifica del Codice civile svizzero (il cosiddetto "Matrimonio per tutti").