L'obbligo di presentare il "pass" potrebbe essere introdotto anche a Palazzo federale.
O perlomeno questo è l'auspicio di diversi politici e partiti: «Si tratta di un'esenzione che la popolazione fatica a capire».
BERNA - L'obbligo del certificato Covid deve valere anche per il parlamento federale, da domani riunito per la sessione autunnale: è la posizione espressa da diversi politici alla luce di un'esenzione che la popolazione potrebbe avere difficoltà a capire, riferisce la SonntagsZeitung.
Da domani il pass sarà richiesto in luoghi chiusi come ristoranti, cinema e piscine: non però a Palazzo federale. Una sorta di privilegio che potrebbe non essere ben visto: di conseguenza i presidenti dei partiti - su iniziativa di quello dei Verdi liberali, Jürg Grossen - hanno scritto una lettera alla Delegazione amministrativa (cioè la direzione dei Servizi del parlamento) chiedendo l'introduzione dell'obbligo. La missiva è stata sottoscritta da tutti i presidenti ad eccezione di quello UDC Marco Chiesa, che Grossen - stando al domenicale - non ha contattato.
In realtà vi sono anche esponenti democentristi che non vedono di cattivo occhio il passo proposto. «Sono favorevole al fatto che i parlamentari debbano mostrare un certificato per entrare a Palazzo federale: sarebbe un cattivo segnale fare un'eccezione per i politici», afferma il presidente del Consiglio nazionale Andreas Aebi (UDC/BE), in dichiarazioni riportate dal periodico zurighese. Lo stesso capogruppo UDC Thomas Aeschi, fortemente contrario all'imposizione del pass in ristoranti e palestre, è possibilista: «Il requisito del certificato per la sessione dovrebbe essere riesaminato», dice. A suo avviso è delicato impedire eventualmente ai parlamentari di partecipare di persona alla sessione, ma non sarebbe nemmeno facile capire perché si dovrebbero applicare regole diverse ai parlamentari federali rispetto ad altre assemblee.