I democentristi invitano il popolo a respingere il testo che andrà in votazione il prossimo 28 novembre.
Secondo l'UDC se venisse approvata, revocare il certificato sarebbe praticamente impossibile. «È una sorta di obbligo camuffato». Marco Chiesa: «La vaccinazione, benché sia fondamentale, deve rimanere un atto volontario dei cittadini».
BERNA - No alla discriminazione e all'arbitrio. Con questo motto, l'UDC e la sua sezione giovanile hanno invitato oggi la popolazione a respingere il 28 di novembre la Legge Covid-19, che tra l'altro pone le basi legali per il pass sanitario, contro la quale è stato lanciato il referendum. Nonostante l'opposizione dell'UDC, stando al primo sondaggio condotto da 20 minuti e Tamedia, vi sarebbe un ampio sostegno a favore della legge.
Il certificato è considerato dall'UDC una sorta di obbligo camuffato per obbligare la popolazione a immunizzarsi. Eppure, ha affermato oggi davanti ai media il presidente del partito Marco Chiesa, «la vaccinazione deve rimanere un atto volontario dei cittadini». Tuttavia, il partito considera la vaccinazione come uno dei mezzi più importanti nel contrasto alla pandemia.
L'UDC teme insomma una «divisione della società» a causa della legge Covid-19, norma che costituisce la base per l'uso del certificato in ristoranti, bar e impianti sportivi. La politica del Consiglio federale, stando ai democentristi, divide la società in persone «buone», perché vaccinate, e in persone «cattive» poiché restie a farsi inoculare il preparato. La situazione attuale sfocia in ultima analisi nella ghettizzazione di quest'ultime. Tra i fautori di questa tesi ci sono anche i consiglieri nazionali Martina Bircher (AG) e Jean-Luc Addor (VS) che hanno insistito sul fatto che se venisse approvata, la legge Covid-19 impedirebbe qualsiasi revoca dell'obbligo del certificato. «Il pass sanitario divide la società nel contrasto alla pandemia, invece di unirla», hanno sostenuto.
Il secondo argomento principale contro il progetto di legge è il potere crescente del Consiglio federale. Il certificato Covid-19, che avrebbe dovuto facilitare gli spostamenti, verrebbe «usato in modo improprio, venendo così trasformato in un mezzo di pressione da parte dello Stato». Diritti fondamentali, come quello dell'integrità fisica, vengono calpestati secondo l'UDC. Respingendo il progetto di legge, i democentristi vogliono ripristinare «la libertà, i diritti fondamentali e la normalità».
L'unico modo per tornare alla normalità è «aprire tutto a tutti», ha sostenuto il presidente dei giovani UDC, David Trachsel, secondo cui sono proprio i suoi coetanei ad aver fatto «molti sacrifici», in nome della solidarietà con gli anziani dall'inizio della pandemia, e che ora sono costretti a sottoporsi alla vaccinazione. «Tutti coloro che volevano farsi vaccinare sono stati accontentati». Secondo Trachsel il virus si è infatti diffuso a tal punto tra la popolazione da rendere inverosimile in futuro un sovraccarico degli ospedali.
Oltre alle basi del certificato, gli emendamenti alla legge previsti il 28 novembre adottati nel marzo scorso riguardano anche l'estensione degli aiuti finanziari alle persone danneggiate dalla pandemia e il sostegno ai test.
L'UDC è l'unico partito di governo che si oppone al progetto di legge. Il governo, i cantoni e una chiara maggioranza del parlamento sostengono invece la revisione della legge. Tre movimenti di cittadini scettici nei confronti delle misure anti-Covid hanno presentato in luglio quasi 190 mila firme a sostegno del referendum.
Nel giugno scorso, un primo referendum contro la legge Covid-19 è chiaramente fallito. L'elettorato ha detto sì al disegno di legge col 60% dei suffragi. Il certificato non era ancora incluso nel disegno di legge. I provvedimenti messi a punto dal governo, assieme ai cantoni e alle cerchie interessate, continuano apparentemente a incontrare l'approvazione della maggioranza.