La decisione del Consiglio nazionale. L'adeguamento ridurrà i costi settimanali da 61 a 41 milioni di franchi
BERNA - Test Covid gratuiti, ma con eccezioni. Lo ha stabilito stamane il Consiglio nazionale adeguandosi a quello degli Stati su questo punto della Legge Covid-19. Tale cambiamento costerà alla Confederazione circa 41 milioni di franchi alla settimana invece dei 61 milioni stimati qualora la gratuità fosse stata estesa a tutti i test.
Eliminata questa divergenza importante sulla Legge Covid-19, i deputati hanno mantenuto ancora due differenze con la Camera dei cantoni riguardanti i contratti con le case farmaceutiche per procurarsi vaccini e farmaci anti-coronavirus, e il ruolo della Confederazione nella pianificazione ospedaliera.
Per quanto attiene ai test, la decisione odierna del Nazionale dovrebbe evitare che le autorità si prendano a carico test PCR per le persone asintomatiche che desiderano viaggiare all'estero oppure andare a divertirsi in discoteca.
Circa i contratti, il Nazionale ha sconfessato la propria commissione preparatoria, che chiedeva di adeguarsi agli Stati su questo punto, optando per una proposta di minoranza di Flavia Wasserfallen (PS/BE) che chiede la pubblicazione dei contratti nel rispetto del segreto professionale, di affari e di fabbricazione (una formulazione annacquata rispetto alla prima versione di questo articolo votata dal Nazionale, n.d.r).
A nulla è valso l'appello del consigliere federale Alain Berset, e dei due relatori della commissione preparatoria, di rinunciare a una simile pubblicità, proprio mentre la Confederazione sta negoziando con i fabbricanti nuove forniture. Il Consiglio federale teme che una simile condizione iscritta nella legge possa spaventare i produttori. Il ministro della sanità ha rammentato, inoltre, che il Parlamento, per il tramite delle sue commissioni di controllo (leggi: commissione della gestione), ha già la possibilità di esaminare i contratti. Insomma, la trasparenza in questo campo è data.
Un ultimo aspetto controverso della legge riguarda il ruolo della Confederazione nella pandemia. Per 136 voti a 57 il plenum ha ribadito di volere che Berna sostenga il rafforzamento dei servizi sanitari, ossia delle cure intense, nei momenti di forte incremento dei ricoveri.
Si tratta, secondo la maggioranza del plenum, di incitare la Confederazione ad assumere un ruolo più attivo, specie nei confronti di quei Cantoni che nicchiano, ossia si dimostrano restii a potenziare i rispettivi sistemi sanitari. Si tratta anche di fare un gesto nei confronti del personale, messo a dura priva dalla pandemia e sottoposto a turni massacranti.
Nel suo intervento, Alain Berset ha ricordato che la Confederazione è già intervenuta più volte presso i cantoni per incoraggiarli a fare di più, ma quanto chiede il Parlamento al Consiglio federale va oltre le sue competenze, poiché gli si chiede di definire, assieme ai Cantoni, le capacità necessarie nei nosocomi. Stando al ministro della sanità, si tratta di una pesante ingerenza nelle competenze dei Cantoni per la quale la Confederazione non dispone né di dati né di mezzi per intervenire.
Si rischia insomma il caos, secondo il consigliere federale socialista, il quale ha tuttavia affermato che nulla toglie, una volta superata la crisi, che la Confederazione e i Cantoni si siedano attorno alla tavola per ragionare su quanto successo e, magari, elaborare della soluzioni per il futuro.
Nonostante l'appello del ministro della sanità, che ha chiesto al plenum di seguire su questo punto della legge la posizione dei "senatori", il plenum ha deciso altrimenti confermando la sua posizione iniziale.
Il dossier ritorna quindi alla Camera dei cantoni che dovrà trovare una soluzione di compromesso su questi due aspetti della legge. I due rami del Parlamento sono già d'accordo nel prolungare gli aiuti - sotto forma di lavoro ridotto e indennità per perdita di guadagno - a quei settori colpiti dalla crisi fino al 31 dicembre 2022. Il Parlamento ha anche deciso, contrariamente al Consiglio federale, che la Confederazione dovrà inoltre intervenire per aiutare i cantoni alle prese con i casi di rigore.