Il presidente dell'UDC ha ribadito la posizione del partito sulle sanzioni dell'Ue riprese «ciecamente» dalla Svizzera.
«La nostra credibilità come Stato neutrale è stata compromessa», ha spiegato, criticando il ministro degli esteri Ignazio Cassis.
BERNA - L'UDC, per bocca del suo presidente Marco Chiesa, condanna senza mezzi termini la guerra di Vladimir Putin in Ucraina. Tuttavia le sanzioni non sono il mezzo adeguato per giungere alla pace. Occorre trovare una soluzione attraverso i canali diplomatici, aggiunge.
«Riprendendo ciecamente le sanzioni dell'UE, il Consiglio federale ha purtroppo compromesso la credibilità della Svizzera in quanto Stato neutrale», ha sottolineato Chiesa in un'intervista pubblicata oggi dai quotidiani svizzero-tedeschi del gruppo Tamedia. Le sanzioni, che sono un mezzo di guerra economica, non hanno posto fine ai combattimenti, ha constatato il "senatore" ticinese. A suo avviso, solo negoziati che coinvolgano tutte le parti allo stesso tavolo possono riuscirvi.
Stando al presidente dell'UDC, le dichiarazioni di questi ultimi giorni dei consiglieri nazionali democentristi Roger Köppel e Andreas Glarner non miravano a comprendere quanto deciso dal presidente russo, ma ad analizzare e a valutare la situazione. Dire che vi sia una prossimità con il capo del Cremlino è «un'insinuazione malevola» costruita ad arte dai media, aggiunge Chiesa.
Quest'ultimo se la prende pure apertamente con il ministro degli affari esteri, non ché presidente della Confederazione, Ignazio Cassis. A causa dell'adozione delle sanzioni, la Svizzera si trova ora sulla lista dei Paesi ostili della Russia, prosegue il consigliere agli Stati. Il fatto che Cassis abbia partecipato alla manifestazione sulla Piazza federale è stato «un enorme errore», a suo avviso.