Forti critiche alla capo negoziatrice con l'Ue da parte di Pierre-Yves Maillard, presidente dell'USS
BERNA - Il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard criticato fortemente la segretaria di Stato e capo negoziatrice con l'Unione europea Livia Leu dopo l'ultima tornata di colloqui a fine giugno. La Leu «è caduta nella trappola di Bruxelles» e il Consiglio federale la segue, ha affermato in un'intervista pubblicata oggi dal Blick.
«Negoziare su quanto è da tempo fallito» - «Durante i colloqui esplorativi condotti dalla signora Leu l'UE ha di nuovo chiesto un quadro istituzionale. Ora dovremmo nuovamente negoziare su quanto è da tempo fallito e non ha alcuna chance davanti al popolo», ha dichiarato Maillard, che è anche consigliere nazionale (PS/VD).
Le richieste istituzionali dell'UE riguardano il fatto che la Commissione europea e la Corte di giustizia dell'UE possono controllare e correggere il diritto svizzero se ritengono che non corrisponda a quello dell'UE, ha spiegato. «Pensavamo che fosse un questione archiviata ma ora ciò è di nuovo cambiato», ha detto il presidente dell'USS, che si è detto convinto che le questioni istituzionali tra la Svizzera e dell'Unione europea non potranno essere risolte nei prossimi anni. «Ora dobbiamo provare a ottenere un'associazione al programma di ricerca Horizon Europe attraverso proposte concrete e concessioni».
Il mercato unico - Maillard considera poi inutili nuovi accordi di accesso al mercato unico: «Ma quali accordi ci servono? A cosa servirebbe ad esempio un accordo energetico? Non basta firmare un documento perché scorra la corrente», ha dichiarato il sindacalista 54enne.
Se in Francia l'elettricità comincia a scarseggiare, Parigi non staccherà la corrente ai propri cittadini per rispettare i contratti di fornitura con la Svizzera, ha affermato Maillard aggiungendo che la Confederazione deve produrre più elettricità per conto proprio.
Nei colloqui esplorativi in vista di una normalizzazione delle relazioni fra Svizzera e UE si vuole trovare una base comune per nuove trattative sulla futura cooperazione. Il Consiglio federale non vuole più discutere solo delle questioni istituzionali in sospeso ma di un intero pacchetto con nuovi accordi sul mercato interno nei settori dell'elettricità, della sicurezza alimentare, come anche accordi di associazione negli ambiti della ricerca, dell'istruzione e della salute.