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SVIZZERA«Widmer-Schlumpf avrebbe potuto cambiare la situazione, ma non l'ha fatto»

22.08.22 - 08:49
L'ex consigliera federale ha affermato ieri che tutte le donne dovrebbero lavorare almeno al 70%.
Tamedia
La consigliera nazionale del PS Tamara Funiciello è infastidita dalla richiesta dell'ex consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf: «Come consigliera federale avrebbe potuto modificare le condizioni quadro, ma non l'ha fatto».
La consigliera nazionale del PS Tamara Funiciello è infastidita dalla richiesta dell'ex consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf: «Come consigliera federale avrebbe potuto modificare le condizioni quadro, ma non l'ha fatto».
«Widmer-Schlumpf avrebbe potuto cambiare la situazione, ma non l'ha fatto»
L'ex consigliera federale ha affermato ieri che tutte le donne dovrebbero lavorare almeno al 70%.
Ma non tutte le politiche la pensano come lei. Funiciello: «Chiede sacrifici alla popolazione, ma prende duecentomila franchi di pensione da quando ha 59 anni». Maya Graf: «Prima bisogna migliorare le condizioni quadro».

BERNA - La riforma dell'AVS è positiva o negativa per le donne? I partiti di sinistra e i sindacati vedono uno svantaggio. Per i partiti e le associazioni borghesi, invece, il fatto che anche le donne vadano in pensione a 65 anni rappresenta un «atto di uguaglianza».

Del fronte dei favorevoli - attualmente in leggero vantaggio secondo l'ultimo sondaggio di Tamedia e 20 minuti - fa parte anche l'ex consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf. «La revisione dell'AVS non è uno svantaggio per le donne», ha affermato ieri in un'intervista concessa alla NZZ am Sonntag. Per l'attuale presidente di Pro Senectute è infatti «importante mostrare alle donne che il problema non è l'AVS» e che «le disuguaglianze risiedono in altri ambiti». Mettere a rischio il finanziamento dell'AVS è rischioso.

«Widmer-Schlumpf è andata in pensione a 59 anni»
Alla domanda su cosa consiglierebbe a una donna di 30 anni per vivere una vita ragionevolmente buona in età avanzata, la 66enne grigionese risponde: «Oggi ogni donna dovrebbe avere almeno il 70% di occupazione, per poter vivere una vita che corrisponda a quella prima dell'età pensionabile. Con percentuali minori, questo diventa difficile». La maternità, inoltre, non deve invogliare le donne a prendersi una pausa più lunga: «Se si vuole costruire una pensione di previdenza, è importante un reddito annuo minimo di oltre ventimila franchi».

Tesi, queste, che vengono bocciate da Tamara Funiciello. «Sono parole completamente slegate dalla realtà», attacca la consigliera nazionale socialista, ricordando «le numerose ingiustizie» - a cominciare dai venticinquemila asili nidi che mancano in Svizzera - che portano le donne a lavorare meno. «Quando era consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf avrebbe potuto cambiare le condizioni quadro. Ma non lo ha fatto. E ora chiede a tutti noi, uomini e donne, di lavorare più a lungo. Lei che riceve una pensione da duecentomila franchi dall'età di 59 anni». 

Per Funiciello l'intero sistema va rivisto perché penalizza le donne con redditi medio-bassi. E la riforma che andremo a votare il 25 settembre non migliorerà le cose. Anzi. «Le donne dovrebbero lavorare di più e più a lungo. E questo potrebbero farlo solo se i loro figli fossero accuditi dai nonni o dagli asili nido».

«Non follemente liberale»
Ma non è solo la sinistra a criticare la proposta di Widmer-Schlumpf. La destra, infatti, ritiene che così facendo si metta in pericolo il modello di famiglia tradizionale. Si tratta di una «richiesta dirigista», precisa la consigliera nazionale democentrista Monika Rüegger.

La consigliera nazionale del PS Min Li Marti è meno drastica e comprende parzialmente la richiesta. «Offrire un lavoro a una percentuale ridotta è complicato dal punto di vista imprenditoriale e le donne non sono sufficientemente tutelate in caso di divorzio». D'altra parte - precisa - non è «molto liberale» dire alle donne come vivere la propria vita.

«L'uguaglianza prima di tutto»
La deputata ecologista al Consiglio degli Stati Maya Graf fa parte del comitato "Equality First!", che si batte contro la riforma dell'AVS. «Penso che l'appello dell'ex consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf sia assolutamente giusto in linea di principio», sottolina la deputata, che poi, però precisa: «Ma prima devono essere create le condizioni quadro, tra cui un'assistenza all'infanzia a prezzi accessibili, la parità di retribuzione, una riforma delle pensioni professionali, la tassazione individuale e maggiori opportunità per le donne di tornare al lavoro».

Danielle Axelroud, un altro membro del comitato "Equality First!", propone invece di raddoppiare le rendite AVS. In questo modo, «il lavoro non retribuito svolto principalmente dalle donne verrebbe meglio ricompensato in età avanzata». Una proposta simile era già stata fatta dalla consigliera nazionale di Ginevra Stefania Prezioso che tramite un'iniziativa parlamentare presentata in primavera richiedeva l'abolizione del secondo pilastro e l'aumento delle pensioni AVS da 4'000 a un massimo di 8'000 franchi a persona.

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