Stamattina l'ultimo passaggio alle Camere federali. Quasi scontato il sì all'acquisto.
BERNA - Negli hangar militari si comincia a fare spazio per accogliere i nuovi jet da guerra che la Confederazione è intenzionata ad acquistare: 36 in tutto. Si tratta dei caccia da combattimento F-35A. Gli aviogetti varranno per le casse federali un «ammanco» di poco più di 6 miliardi di franchi.
È la prima questione all'ordine del giorno del Consiglio nazionale e - tranne sorprese dell'ultimo momento - il sì all'acquisto é quasi scontato. L'iniziativa popolare della sinistra per evitare che questa operazione vada in porto ha poche probabilità di riuscita.
Il dossier dovrebbe superare anche lo scoglio della Camera del popolo, nonostante le reticenze sempre della sinistra che di sicuro rinfaccerà al Consiglio federale, tra le altre cose, di voler procedere alla firma del contratto d'acquisto senza attendere l'esito di un'eventuale votazione popolare. Intanto, la commissione competente si è detta favorevole (17 voti a 8) all'operazione, dal momento che non ci sarebbero elementi tali da rimettere in discussione la procedura di valutazione circa la scelta dei nuovi jet.
A Berna la mattinata del dibattito parlamentare prevederà anche altre due mozioni: una chiede di ridurre l'impatto dell'esercito sulla biodiversità e l'altra di sgravare i servizi medici civile durante una pandemia. In seguito sono previsti tutta una serie di interventi di pertinenze del Dipartimento militare della difesa, della protezione della popolazione e dello sport.
Il Consiglio degli Stati dovrà anche discutere degli aiuti finanziari alle aziende elettriche di importanza sistemica, tema sul quale i "senatori" avevano già dibattuto in giugno e che verrà trattato a livello di divergenze, e del controprogetto all'iniziativa popolare sui ghiacciai. I "senatori" dovrebbero sostenere il controprogetto del Nazionale che vuole fornire alla Svizzera obiettivi climatici concreti per raggiungere la neutralità carbonio entro il 2050.
Nel frattempo, il comitato promotore si è disposto a ritirare il testo purché il controprogetto indiretto non venga indebolito. Per gli iniziativisti è chiaro che la controproposta, ossia il disegno di Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima, non basterà per rispettare l'accordo sul clima di Parigi. Ma l'urgenza richiede misure rapide ed efficaci.
L'iniziativa "Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)" rivendica il sostegno di numerosi simpatizzanti, tra cui oltre 3000 membri dell'Associazione svizzera per la protezione del clima. Il suo comitato direttivo ha condotto un sondaggio tra i suoi membri su un possibile ritiro condizionato del testo: l'88,4% di loro è risultato favorevole.