Oltre 40'000 persone e 50 organizzazioni hanno chiesto al Parlamento la revisione del codice penale per i reati sessuali
BERNA - Prima del dibattito decisivo al Consiglio nazionale, previsto nel corso della sessione invernale, è stata presentata al parlamento una petizione firmata da più di 40mila persone e 50 organizzazioni. La richiesta: iscrivere la soluzione del consenso ("Solo Sì significa Sì ") nel nuovo codice penale in materia di reati sessuali.
Il documento è stato consegnato oggi alla Cancelleria federale da Amnesty International, Opération Libero e dalle organizzazioni che la sostengono. Durante un’azione simbolica, sulla terrazza di Palazzo federale a Berna, gli attivisti hanno risvegliato dal sonno una Justitia color argento utilizzando una sveglia formato XXL e chiesto che le persone che hanno subito delle violenze sessuali in Svizzera ottengano giustizia.
«Giustizia, è ora!», ha dichiarato Cyrielle Huguenot, responsabile delle campagne sui diritti delle donne per Amnesty Svizzera. Denis Sorie, co-responsabile del tema diritto penale sessuale per Opération Libero, ha sottolineato: «Per gli atti sessuali è necessario il consenso di tutte le persone coinvolte, altrimenti si tratta di violenza sessualizzata. Quella che per la società è un’evidenza deve essere finalmente rispecchiata anche nel Codice penale». La petizione gode di un consenso trasversale fra le donne dei diversi partiti. Tra i presenti anche deputate di vari schieramenti come le consigliere nazionali Léonore Porchet (Verdi/VD), Tamara Funiciello (PS/BE) e Kathrin Bertschy (Verdi liberali/BE).
Contesto
Il 5 dicembre, al Consiglio nazionale, si terrà il dibattito sulla revisione del Codice penale in materia di reati sessuali. Recentemente, esperti dell’Onu e del Consiglio d’Europa si sono pronunciati a favore di una revisione dell’infrazione di stupro basata sulla soluzione del consenso in Svizzera, mettendo anche in guardia sulle debolezze della soluzione "No vuol dire No", ancora preferita dal Consiglio degli Stati in giugno.
«Un numero crescente di paesi europei ha introdotto la soluzione - continua Amnesty International - tra questi il Belgio, il Regno Unito, il Lussemburgo, l’Islanda, Malta, la Svezia, la Grecia, Cipro, la Danimarca, la Slovenia, l’Irlanda, la Croazia, la Finlandia e la Spagna. Questi ultimi due paesi hanno adottato la soluzione del consenso quest’anno. Delle riforme in questo senso sono pure in corso nei Paesi Bassi».