Il comitato ha raccolto oltre 83.000 firme. Ne servivano 50'000. Chiesa: «Sono molto soddisfatto. Questa legge è a dir poco paradossale».
BERNA - Il referendum dell’UDC, lanciato per opporsi alla legge federale sulla protezione del clima che ha come obiettivo l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050, è formalmente riuscito.
Sono infatti oltre 83’000 le firme raccolte dal comitato referendario, quando per la riuscita ne sarebbero bastate 50'000. Un dato, questo, non scontato visto che la campagna non era proprio partita con il vento in poppa. «A metà del mese di dicembre eravamo in effetti molto in ritardo», ammette il presidente Marco Chiesa, dicendosi però «molto soddisfatto» sia di come la base del partito si sia mobilitata nella raccolta firme, sia dalla risposta della popolazione. «Le cittadine e i cittadini svizzeri avranno fortunatamente l’ultima parola. È ciò che volevamo». E un plauso particolare il presidente democentrista lo riserva ai ticinesi che «hanno contribuito proporzionalmente di più al successo del referendum».
«Neutralità a caro prezzo»
La “Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima”, approvata dal Parlamento durante la sessione invernale delle Camere federali, nasce dalle ceneri del controprogetto all'iniziativa popolare “per i ghiacciai” (nel frattempo ritirata) e prevede di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. «Ma questo implica - sottolinea Chiesa - il divieto dell’utilizzo della benzina e dell’olio da riscaldamento».
Una neutralità, quindi, che il cittadino svizzero potrebbe pagare a caro prezzo, soprattutto in un periodo storico complicato come quello che stiamo vivendo. «In un momento di penuria di elettricità, che continuerà per anni, questa legge votata dal Parlamento è a dir poco paradossale», sbotta Chiesa precisando che il veto a benzina e olio di riscaldamento porterà a «un aumento della richiesta elettrica che già oggi è a dir poco precaria».
Incognite future
Il futuro a livello di approvvigionamento energetico è infatti un’incognita. Per vari fattori. «Se penso allo spegnimento delle centrali atomiche svizzere e alla crescita smisurata della popolazione, solo quest’anno 200'000 persone in più nel nostro Paese - conclude Chiesa - questa legge ci condurrà senza dubbio diritto contro un muro, esattamente ciò che è successo con la strategia energetica 2050».