Con 117 contro 70 e una astensione, il plenum ha dato seguito all'iniziativa parlamentare depositata dal consigliere Fabio Regazzi.
BERNA - Malgrado l'opposizione della competente commissione del Consiglio degli Stati, il Nazionale ritiene necessario adottare modifiche di legge affinché le Camere federali possano, a talune condizioni, porre un veto alle ordinanze del Consiglio federale.
Il consigliere nazionale Fabio Regazzi - Con 117 contro 70 e una astensione, il plenum ha così dato seguito a una iniziativa parlamentare in materia depositata del consigliere nazionale Fabio Regazzi (Centro/TI). Nel suo atto parlamentare, il ticinese ha evidenziato come «un controllo efficace dell'esecutivo è importante per il funzionamento dello Stato».
Regazzi sostiene che durante la crisi del coronavirus è emersa la fragilità della relazione fra esecutivo e legislativo. Il ticinese propone che per poter essere votata dal plenum, una domanda di veto debba essere richiesta da almeno la metà dei membri di una Camera.
L'obiettivo - Lo scopo della misura è impedire al Consiglio federale di emanare per via di ordinanza disposizioni che ignorano la volontà del legislatore. La separazione dei poteri continuerebbe a essere garantita in quanto l'emanazione di ordinanze rimarrebbe di competenza del Consiglio federale e il Parlamento otterrebbe solamente una possibilità di intervenire.
Durante le discussioni, una minoranza ha ritenuto che il Parlamento ha già oggi la possibilità di intervenire, ad esempio adottando mozioni. Il Parlamento può in questo incaricare il Consiglio federale di apportare una modifica senza bloccare l'intero processo di emanazione dell'ordinanza.
L'atto parlamentare passa ora al vaglio del Consiglio degli Stati.