Un'iniziativa arrivata dal Nazionale è stata respinta alla Camera dei Cantoni
BERNA - No ad un adeguamento delle regole per la naturalizzazione agevolata per gli stranieri di terza generazione. Il Consiglio degli Stati ha respinto con 28 voti a 9 un'iniziativa parlamentare del Nazionale, che chiedeva di rivedere una serie di misure.
La naturalizzazione agevolata della terza generazione è stata accolta a larga maggioranza nel febbraio 2017 da popolo e cantoni, ricorda nel suo testo l'iniziativa facendo tuttavia notare come nel 2019 e 2020 poco meno di 800 persone su un bacino di circa 25'000 abbiano ottenuto questo diritto.
È la prova che il sistema non funziona, secondo Lisa Mazzone (Verdi/GE), per la quale la legge di attuazione sta fallendo soprattutto a causa di una procedura fastidiosa e costosa. «Questo onere amministrativo rappresenta un ostacolo per dimostrare l'appartenenza alla terza generazione».
L'iniziativa proponeva che le condizioni fossero rese più flessibili, ad esempio tenendo conto del luogo di nascita, ampliando il tipo di diritto di soggiorno richiesto e allargando la portata del sistema educativo preso in considerazione. Inoltre, chiedeva di abrogare qualsiasi provvedimento più restrittivo rispetto alle norme ordinarie in materia di naturalizzazione.
Una revisione della legge sulla cittadinanza e della relativa ordinanza non è ancora opportuna, ha rilevato Marco Chiesa (UDC/TI) a nome della commissione preparatoria, aggiungendo che mancano dati empirici affidabili sulle ragioni del moderato interesse per la naturalizzazione.
Per Hans Wicki (PLR/NW) il passaporto non definisce l'integrazione. «Quando si è integrati?», ha chiesto, aggiungendo che le persone interessate hanno comunque già un lavoro e degli amici in Svizzera. Inoltre, non vogliono necessariamente naturalizzarsi, ha sottolineato.