Approvata una mozione che include l'internamento per le persone tra i 16 e 18 anni che commettono reati gravi
BERNA - Anche se si tratta di casi molto rari, i minorenni fra i 16 e i 18 anni autori di reati gravi, come l'assassinio, potrebbero in futuro venir internati come gli adulti.
È quanto prevede un progetto del Consiglio federale frutto di una mozione del "senatore" Andrea Caroni (PLR/AI), sul quale il Consiglio degli Stati è entrato in materia per 22 voti a 17 e una astensione, nonostante la raccomandazione contraria della commissione preparatoria.
Oggi il plenum doveva decidere solo se entrare in materia o meno su un progetto che prevede due capitoli: il primo, non contestato, riguarda diverse modifiche del Codice penale volte ad innalzare la sicurezza per gli autori di gravi reati condannati all'internamento. In particolare, il Consiglio federale desidera che i congedi non accompagnati per i condannati che scontano l'internamento in regime chiuso vadano vietati. La seconda parte del disegno di legge s'interessa invece al diritto penale dei minorenni, oggetto del dibattito odierno di entrata nel merito, "esercizio" resosi necessario a causa del voto negativo in commissione.
Una lacuna da colmare
Ebbene, anche se non con una maggioranza "bulgara", la camera ha deciso di voler trattare il tema sollevato da Andrea Caroni con una mozione accolta dalle camere. Il "senatore" appenzellese, imitato da altri colleghi come Stefan Egler (Centro/GR), o Heidi Z'Graggen (Centro/UR), e con l'appoggio della Consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider (PS), ha sostenuto il bisogno di colmare una lacuna nell'attuale ordinamento, benché i casi che potrebbero rientrare nella fattispecie siano in effetti molto rari.
Tuttavia, secondo Caroni è necessario proteggere la società da giovani criminali autori di reati gravissimi, come l'assassinio, poiché una volta scontata la pena, rischiano di venir liberati a 25 anni appena compiuti - 4 anni di pena massima cui si aggiungono le misure di protezione e risocializzazione, n.d.r. - senza che nessuno possa opporsi benché il condannato possa risultare ancora pericoloso per la società.
A sostegno della bontà della sua proposta e del fatto che non intende contestare il carattere educativo del codice penale dei minorenni, Caroni ha sottolineato che la sua proposta si applicherebbe solo ai giovani tra i 16 e i 18 anni, non più quindi dei bambini, autori del reato più grave del codice penale, ossia l'assassinio. Caroni ha poi fatto presente l'incongruenza, a suo dire esistente, tra una condanna a 4 anni - massimo previsto dal codice per i giovani criminali - inflitta a un ragazzo di 17 anni e mezzo e una condanna ben più pesante assortita con l'internamento per una persona che ha compiuto lo stesso reato ad appena 18 anni compiuti.
Una modifica inutile
Per diversi "senatori", come Beat Rieder (Centrro/VS), Carlo Sommaruga (PS/GE) o Lisa Mazzone (Verdi/GE), la modifica proposta da Caroni ed elaborata dal governo è inutile giacché riguarderebbe una manciata di casi: in 20 anni, sono state pronunciate solo 12 condanne per assassinio a danno di minorenni; solo 1-2 casi potrebbero rientrare nel campo di applicazione della mozione.
Non è quindi giustificato stravolgere il collaudato sistema del diritto penale minorile a causa di pochi eventi eccezionali, ha spiegato a nome della commissione Lisa Mazzone, secondo cui gli specialisti interpellati sono stati chiari su un punto: a loro parere è impossibile formulare una prognosi a medio-lungo termine quanto alla pericolosità dei minorenni giacché lo sviluppo della loro personalità e quello cerebrale non si sono infatti ancora conclusi.
Stando a Sommaruga, inoltre, non esistono dati sulla recidiva dei minorenni condannati per gravi reati. Per questo la mozione e il progetto governativo sono inutili. Oltre a ciò, ha aggiunto il "senatore" ginevrino, la modifica proposta dall'esecutivo rischia di rivelarsi un autogol: i giudici potrebbero anche evitare di infliggere condanne più pesanti per timore che a 25 anni, una volta scontata la pena e concluse le misure di protezione e reinserimento, la persona interessata venga colpita da un internamento.