Bruno Storni (Ps) porta un'interrogazione al Consiglio federale riguardo al dietrofront degli stanziamenti in materia operato dai due Paesi.
BERNA - «Una brutta notizia per la politica ambientale: Italia e Germania fanno dietrofront sul tema del trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia».
Marcia indietro del governo italiano e tedesco - Bruno Storni (Ps) porta la questione al Consiglio federale: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano - che nel 2016 aveva introdotto il Ferrobonus sostenendo le politiche di abbattimento dei volumi di merci che si spostano su gomma - ha deciso di riportare «ai 20 milioni di euro l'anno lo stanziamento che il governo precedente era arrivato a prevedere fino a 50 milioni di euro» segnala Storni.
Un ridimensionamento che interesserà i prossimi tre anni e che «fa da pari alle recenti comunicazioni del Ministero dei Trasporti tedesco di considerare il potenziamento delle autostrade per far fronte alla crescita del traffico merci stradale» rivela il Consigliere nazionale di Gordola.
In controtendenza rispetto agli obiettivi UE - Il tutto - afferma - in totale «contraddizione e controtendenza ai tanto declamati obiettivi dell’UE nel campo ambientale e traffico merci in particolare che sappiamo essere prevalentemente su strada».
Gli ingenti investimenti della Svizzera - La Svizzera, invece, «oltre ad avere investito 24 miliardi di franchi Alptransit anche per favorire il trasporto di merci su ferrovia attraverso le Alpi e oltre 1,5 miliardi per sussidiare direttamente il traffico combinato non accompagnato (TCNA) e in minor misura quello accompagnato (autostrada viaggiante), ha prorogato il suo impegno economico per 20 milioni di franchi all'anno fino al 2028 e per 70 milioni all'anno fino 2030 per il TCNA.
Segnali preoccupanti - «Sono segnali preoccupanti - dice Storni - segnali in controtendenza che arrivano dai Paesi confinanti a Sud e Nord, che sono anche i principali generatori di flussi di trasporto merci attraverso le nostre Alpi». Dunque, se da una parte l’UE ha adottato politiche ambientali (Green Deal Europeo) intese a raddoppiare il trasporto di merci su ferrovia incentivando il trasporto combinato e allocando ingenti risorse per la costruzione di nuove infrastrutture ferroviarie, dall’altra da singoli Paesi EU confinanti giungono segnali contrastanti.
L'interrogazione al Consiglio federale - Da questi dati di fatto e per chiarire il nuovo quadro di politiche ambientali che sembra connotarsi dai Paesi della vicina Europa, nasce un'interrogazione presentata proprio da Storni al Consiglio federale.
«Il Consiglio federale è a conoscenza dei recenti sviluppi in Italia e Germania citati sopra?» scrive Storni. E «quali impatti possiamo ipotizzare sulla ripartizione strada/ferrovia del traffico merci transfrontaliero?».
Storni avanza al Consiglio federale anche altre istanze chiedendo «su quali scenari di sviluppo del trasferimento merci in Europa è dimensionato» il sistema svizzero e se «a questo punto ci si dovrà attendere un riaumento del traffico merci stradale internazionale».