La Confederazione è sotto la pressione internazionale, che vuole una nuova task force investigativa
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BERNA - Le autorità svizzere stanno valutando se aderire alla task force internazionale per rintracciare i fondi degli oligarchi russi. Lo ha reso noto oggi il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR), confermando una richiesta in tal senso formulata dagli ambasciatori dei Paesi del G7, come riportato dalla "Handelszeitung".
«Il Consiglio federale è a conoscenza di una lettera firmata dai rappresentanti diplomatici di Francia, Italia, Germania, Stati Uniti, Canada, Giappone e Regno Unito sulla questione della task force 'Russian Elites, Proxies and Oligarchs' (Repo)», ha precisato oggi il DEFR.
Nella missiva, gli ambasciatori del G7 invitano il governo svizzero a collaborare maggiormente nella ricerca del denaro degli oligarchi. Il Consiglio federale non ha ancora discusso della lettera e l'ha trasmessa per una prima analisi al DEFR e alla Segreteria di Stato dell'economia (Seco), responsabile per le sanzioni.
La Svizzera è da tempo sotto pressione affinché collabori maggiormente in questo ambito. L'ambasciatore degli Stati Uniti a Berna, Scott Miller, aveva per esempio criticato a metà marzo sulla "Neue Zürcher Zeitung" le lungaggini in materia di cooperazione con la Svizzera sulle sanzioni alla Russia. A suo avviso la Confederazione potrebbe bloccare dai 50 ai 100 miliardi di franchi di beni russi, oltre ai 7,75 miliardi attualmente congelati.