Lo ha stabilito oggi il Consiglio federale
BERNA - Sarà la consigliera federale Karin Keller-Sutter, responsabile delle finanze, a rappresentare l'esecutivo di fronte alla Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI) sul dissesto del Credit Suisse.
Lo ha stabilito oggi il Consiglio federale precisando che, come per le precedenti CPI, a rappresentare l'esecutivo "sarà dunque il capo del dipartimento responsabile del dossier su cui verte l’inchiesta".
Conformemente a quanto previsto dalla legge sul Parlamento, Keller-Sutter ha designato l’ex giudice federale Niklaus Oberholzer quale agente di collegamento incaricato di esercitare i diritti del Consiglio federale nell’ambito dell’inchiesta.
La decisione di istituire una CPI - la quinta nella storia della Confederazione moderna e lo strumento di controllo più incisivo a disposizione delle Camere - mediante un decreto ad hoc è stata adottata nel corso della sessione estiva del parlamento.
Secondo il decreto federale, l'obiettivo della CPI è un'indagine a tutto tondo sulla sfiorata débâcle di Credit Suisse. Verrà esaminata la gestione del governo, dell'Amministrazione federale e dei vari enti statali negli ultimi anni. Nel mirino in particolare la legislazione "too big to fail".
La consigliera agli Stati Isabelle Chassot (Centro/FR) è stata nominata presidente della CPI. La vicepresidenza sarà invece affidata alla consigliera nazionale Franziska Ryser (Verdi/SG). Altri membri della Camera del popolo sono Alfred Heer (UDC/ZH), Thomas Matter (UDC/ZH), Roger Nordmann (PS/VD), Leo Müller (Centro/LU), Daniela Schneeberger (PLR/BL) e Roland Fischer (Verdi liberali/LU).
Per la Camera dei Cantoni sono invece presenti Heidi Z'graggen (Centro/UR), Philippe Bauer (PLR/NE), Andrea Caroni (PLR/AR), Werner Salzmann (UDC/BE), Daniel Jositsch (PS/ZH) e Maya Graf (Verdi/BL).
Come indicato, la CPI è il più forte strumento di controllo parlamentare. Fino al tracollo del Credit Suisse, era stata istituita solo in quattro occasioni: sulla vicenda dei Mirages (1964), sulle dimissioni di Elisabeth Kopp (1989), sullo scandalo delle schedature (1990) e sulla cassa pensione federale (1995).