L'iniziativa per la “potatura” dell'obolo tv sembra non dispiacere ai liberali, anche se siamo lontani da una presa di posizione di partito.
ZURIGO - Come previsto, continua a far discutere e ad animare il dibattito politico l'iniziativa per la riduzione del canone radiotelevisivo a 200 franchi.
Consegnate le firme lo scorso 10 agosto e in attesa del dibattito parlamentare, che si preannuncia acceso, alcuni partiti ancora non schierati stanno decidendo come profilarsi. Fra gli apertamente profilati a favore di un canone "potato" al momento c'è solamente l'Udc. Fra i contrari, invece, il Partito Socialista.
«C'è tanta frustrazione»
Fra quelli, invece, che ci starebbero ancora pensando potrebbero esserci anche i liberali. Lo ha confermato ai colleghi di 20 minutes il presidente del Plr svizzero Thierry Burkart: «Noto una grande insoddisfazione nella nostra base per il modo di scegliere le notizie e di fare informazione della Srg/Ssr. Secondo molti fa scelte troppo di sinistra. Non posso parlare a nome dei nostri parlamentari e non abbiamo ancora concordato una posizione del partito».
Stando ai quotidiani del gruppo Tamedia il malumore sarebbe condiviso anche all'interno del Plr, ribadisce il bernese Christian Wasserfallen: «Negli ultimi anni molti nel partito hanno covato una certa frustrazione nei confronti della Srg/Ssr», spiega il consigliere nazionale.
Si punta al controprogetto?
Sfogliando i profili dei candidati liberali sulla piattaforma per l'orientamento al voto Smartvote.ch, sono molti i Plr che si dicono favorevoli all'iniziativa. Fra questi c'è anche Burkart che sul portale commenta: «L'iniziativa va nella direzione giusta, è auspicabile quindi che si arrivi a una controproposta del Parlamento. È importante, ad esempio, che un imprenditore non sia costretto a pagare due volte (in azienda e a casa) il canone».
Interpellato in intervista sempre dai giornali Tamedia, il presidente liberale ha contestualizzato: «Se si arrivasse a un controprogetto ben pensato sarebbe la soluzione migliore. In generale è necessario che si rifletta molto attentamente sul ruolo, e sul finanziamento, di un'azienda mediatica in un panorama complesso e in rapida evoluzione come quello attuale».
Il Ps indignato
Il trasformismo liberale irrita, invece, il socialista e presidente della Commissione federale dei media al Nazionale, il grigionese Jon Pult: «Nell'era della disinformazione mi sarei aspettato di più da un partito di peso come quello liberale», critica, «sono indignato dal fatto che gran parte dei Plr sia apparentemente pronta a distruggere un'importante istituzione della nostra democrazia».
Secondo lui, anche solo pensare a un possibile controprogetto all'iniziativa «è decisamente prematuro».