La Commissione federale contro il razzismo: «Eliminate quei contenuti». L'Udc: «Rifiutiamo ogni forma di censura».
BERNA - È razzista o non è razzista la nuova campagna dell’UDC in vista delle prossime elezioni federali? Il dibattito si muove soprattutto sui canali social dove la campagna “La nuova normalità?” (con il punto di domanda) sta trovando terreno fertile. Il tema è la delinquenza da parte di malviventi stranieri, e l’invito a votare Udc per far sì di averne meno in Svizzera.
Il partito ha preso immagini e titoli di notizie di giornali e portali per mostrare che in Svizzera la delinquenza è a opera soprattutto di stranieri. «Serbo aggredisce uno svizzero con un coltello», «Eritreo accoltella un uomo», «Palestinese accoltella un adolescente». Questo il tenore dei titoli sui manifesti.
Un approccio che ha suscitato le critiche della Commissione federale contro il razzismo che, con una lettera dello scorso 25 settembre, ha condannato il contenuto della campagna “La nuova normalità” sostenendo che si tratta di contenuti xenofobi «che distorcono la realtà, e fanno credere che in Svizzera solamente gli stranieri siano responsabili della criminalità».
La Commissione l'ha definita piena “di emozioni negative”, “istigatoria”, una campagna che origina paura nello straniero, e soprattutto nei richiedenti l’asilo, tanto che ha invitato l’Udc a ritirare la campagna mediatica.
Non ci pensa proprio l’Udc che già parla di censura in atto, e oggi ha risposto alla Commissione federale contro il razzismo respingendo con massima fermezza le critiche. «È sconcertante che la Commissione intervenga in una campagna elettorale democratica con insinuazioni insopportabili e che ignori la libertà di espressione garantita dalla Costituzione».
Per l’Udc “La nuova normalità?” riporta casi concreti e documentati. «Mostra la realtà spesso ignorata dai media, dalle autorità e dalla politica. Rimanere in silenzio sull’elevata e crescente criminalità straniera e sulle bande criminali di contrabbandieri significa tollerarli».