Il consigliere federale Udc ha parlato per la prima volta dell'iniziativa di cui è firmatario e che lo riguarda da vicino.
BERNA - Ha finalmente parlato apertamente dell'iniziativa “200 franchi bastano!” - che mira a tagliare in maniera sostanziale il canone radiotelevisivo - il capo del Datec Albert Rösti.
Una presa di posizione, la sua, attesa e per più di un motivo.
Innanzitutto perché Rösti è allo stesso tempo il Consigliere federale del Dipartimento che dovrà occuparsene, uno dei firmatari dell'iniziativa e uno dei membri di spicco del partito che la sostiene maggiormente, ovvero l'Udc (anche se una fetta di simpatizzanti importante comprende anche il Plr e una frazione del Centro, quella più legata all'ambito imprenditoriale).
Insomma, le contraddizioni non mancano di certo.
Questo lunedì la NZZ aveva pubblicato alcune indiscrezione su una revisione più moderata del "taglio" con una riduzione 300 franchi (dai 335 attuali) che potrebbe essere proposta dal Consiglio Federale come alternativa dopo una prima valutazione dell'incarto, che dovrebbe tenersi proprio domani (ovvero mercoledì).
Durante un incontro pubblico con stampa e simpatizzanti, come riferito dalla Bund, Rösti ha preso posizione in maniera abbastanza aperta, confermando - di fatto - che il suo nuovo ruolo ne ha modificato in maniera totale la visione: «Come consigliere federale devo dire che si tratta di un'iniziativa radicale. Se dovesse passare, la copertura in aree come la Romandia, la Svizzera italiana e romancia sarebbero messa a rischio». Una tesi, questa, che in precedenza era stata esposta anche dal capo di SRG SSR, Gilles Marchand.
Secondo il Consigliere federale democentrista, quindi, il testo in questione «non sarebbe quindi da approvare» ma c'è un ma: «Questo non significa che in casa SSR non ci siano cose da sistemare, è necessario che la Radiotelevisione Svizzera si concentri sul suo compito principale».
Altro argomento su cui Rösti ha manifestato apertamente un cambio di prospettiva riguarda la questione energetica che - secondo lui - «è ancora estremamente critica» malgrado le nubi su questo secondo inverno “di magra” sarebbero quasi dissipate.
«La nostra grande sfida è quella di garantire le forniture a medio e lungo termine rispettando, al contempo, la volontà della popolazione che si è espressa in maniera critica sia nei confronti dell'energia nucleare sia dei combustibili fossili. Questo sarà possibile solo aumentando la capienza delle dighe ed edificando parchi eolici e fotovoltaici alpini».
Il bernese si è detto «comprensivo nei confronti degli ambientalisti che temono per una distruzione del paesaggio», ma garantisce: «questo si può fare senza deturpare alcunché».