Il Governo ha adottato un rapporto per contrastare il fenomeno.
BERNA - I discorsi di odio si manifestano sia offline che online e, sempre più spesso, si diffondono su piattaforme di comunicazione come Facebook, X (ex Twitter), YouTube o TikTok, spiega una nota governativa odierna.
Il Governo ha approvato un documento che esamina, nell'ambito del diritto pubblico e delle misure preventive di polizia, quali possibilità esistano per intervenire contro la denigrazione e la discriminazione di persone e gruppi di persone sulla base di determinate caratteristiche.
Il rapporto si concentra sull'odio digitale, soprattutto perché in questo ambito le sfide legali sono più importanti; in effetti, sebbene dal punto di vista penale non sussista alcuna differenza se il contenuto è diffuso online oppure offline, nel caso di discorsi di odio su piattaforme digitali, i dati si trovano solitamente su server esteri, ciò che rende più difficile il lavoro degli inquirenti.
A proposito di discorsi xenofobi o razzisti, la Confederazione non è rimasta inattiva, spiega la nota, ma sta già preparando un progetto per regolamentare le piattaforme online. In questo modo si intende tra l'altro imporre alle piattaforme obblighi di diligenza per quanto riguarda la diffusione di contenuti illegali, in particolare offrendo agli utenti opzioni di segnalazione semplici.
Già nell'autunno del 2022, grazie alla Legge federale sulla protezione dei minori nei settori dei film e dei videogiochi vi è l'obbligo di istituire un sistema di segnalazione dei contenuti non adatti ai minori. Anche ciò, scrive il Consiglio federale, può contribuire a frenare la diffusione e la visibilità dei discorsi di odio.
Per il momento, precisa il comunicato, il governo considera sufficienti le misure adottate, non reputando necessario intraprendere ulteriori passi di tipo normativo.