Con un'interpellanza, il consigliere nazionale Lorenzo Quadri chiede lumi al Consiglio federale sul rimborso dei farmaci anti-HIV.
BERNA - «Per quale motivo il cittadino dovrebbe finanziare, tramite premi di cassa malati già insostenibili, un farmaco utilizzato da chi non vuole servirsi del preservativo?». È questa la domanda centrale presente nell'interpellanza firmata dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri che chiede lumi al Consiglio federale sul rimborso dei farmaci anti-HIV (nello specifico la profilassi pre-esposizione - HIV-PrEP), approvato da Berna lo scorso primo dicembre.
Lorenzo Quadri ricorda come il farmaco in questione costi «65 franchi per confezione mensile» e benché la spesa complessiva ipotizzata sia «modesta» (si parla di circa sei milioni di franchi all'anno) non sia giustificata. «La cassa malati dal prossimo primo luglio dovrà rimborsare un medicamento che viene assunto da persone che scelgono di non utilizzare il preservativo. Si tratta in particolare di omosessuali o transgender, come pure di uomini che fanno sesso non protetto con prostitute».
Una scelta, questa, che Quadri non comprende anche perché va contro «la necessità di contenere l’aumento dei premi di assicurazione malattia» ed è in palese contraddizione con «le campagne finora condotte per promuovere l’uso del preservativo». Dubbi, questi, che il consigliere nazionale ha esposto al Governo federale nella sua interpellanza.