Sono questi i tre principali nodi che le due camere del Parlamento dovranno riuscire a sciogliere.
BERNA - Nuovo passo avanti in vista dell'adozione del preventivo 2024 della Confederazione: il Consiglio degli Stati si è riunito stamane per esaminare le dodici divergenze che separavano le due Camere dopo la prima lettura. Tra quelle rimaste dopo il secondo passaggio oggi alla Camera dei cantoni, quelle più significative riguardano esercito, UNRWA e politica regionale.
Oggi i "senatori" hanno infatti ribadito la necessità di aumentare le spese destinate all'esercito a una quota dell'1% del PIL entro il 2030, e non entro il 2035 come vorrebbero Consiglio federale e nazionale.
Tale spesa è necessaria alla luce dei risparmi effettuati nel corso degli anni nel budget della difesa, ha sostenuto Andrea Gmür-Schönenberger (Centro/LU). «Ne va della nostra sicurezza e della nostra capacità di difesa», ha aggiunto. Vane le proteste della sinistra, secondo cui questa decisione non farà altro che aumentare i deficit nei prossimi anni.
Gli Stati si sono discostati dal Nazionale in altre due voci di spesa significative: il sostegno - 20 milioni di franchi - all'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) e il versamento - 25 milioni - al fondo per la politica regionale.
Concernente quest'ultimo credito, approvato con 20 voti contro 19, Beat Rieder (Centro/VS) ha sostenuto che prima di effettuare tagli occorra avere una visione d'insieme. «Questo strumento è destinato all'aiuto interno allo sviluppo», ha ricordato. Vane quindi le rassicurazioni della relatrice commissionale Johanna Gapany (PLR/FR), secondo cui le liquidità del fondo sono sufficienti e i progetti potranno essere realizzati come previsto.
Con le stesse motivazioni, ossia analizzare le conseguenze dei tagli prima di deciderli, con 23 voti a 21 gli Stati hanno anche deciso, come detto, di mantenere il versamento dall'UNRWA. Considerato l'importante ruolo delle organizzazioni ONU nella Striscia di Gaza, un taglio non è appropriato, ha sottolineato Charles Juillard (Centro/JU). La consigliera federale Karin Keller-Sutter ha evocato un danno d'immagine per la Svizzera qualora il taglio dovesse essere confermato.
Con queste decisioni, il deficit strutturale del preventivo - ossia la parte che non rispetta il vincolo del freno all'indebitamento - sale a 60 milioni di franchi (18 milioni nella versione uscita dai banchi del Nazionale).
Per rientrare nelle disposizioni legali, in prima lettura gli Stati avevano optato per un blocco dei crediti, ciò significa che non si sarebbe potuto spendere più di quanto iscritto a bilancio. Oggi i "senatori" hanno invece adottato la soluzione scelta dal Consiglio nazionale, ossia una diminuzione dei versamenti al Fondo per l'infrastruttura ferroviaria (FIF). Quest'ultimo vedrà quindi le sue entrate ridursi di 60 milioni di franchi, a 5,885 miliardi.
Il dossier torna ora alla Camera del popolo, che ne discuterà lunedì. Da notare che nelle sedute precedenti Consiglio nazionale e degli Stati avevano entrambi già avallato gli aumenti delle uscite destinati al traffico regionale di viaggiatori e all'agricoltura. Queste voci di spesa sono quindi definitive.