Intervistato dal SonntagsZeitung, Alain Berset racconta di ciò che gli mancherà dopo il suo mandato.
BERNA - Alain Berset si è dimesso dal ruolo di consigliere federale. Era il 2012, quando entrò in carica per la prima volta, dopo aver contribuito in precedenza a plasmare la politica svizzera come membro del Consiglio degli Stati. Il suo mandato scade a dicembre. In una lunga intervista rilasciata al quotidiano SonntagsZeitung, ha tracciato un bilancio della sua carriera e ha parlato, tra l'altro, della «questione del jet da combattimento».
Per quanto riguarda la sua carica di Consigliere federale, afferma che non è sempre stato facile per la sua vita privata, anche se in realtà si tratta di un lavoro normale: «Mi alzo al mattino e vado a lavorare da solo, e quando finisco di lavorare torno a casa», ha detto Berset alla SonntagsZeitung. Ma cosa gli mancherà di più? Sciuramente il contatto con tante persone diverse e la «grande diversità che esiste in Svizzera».
La cassa malati costa anche a lui
Quel che gli mancherà meno, dice, è «l'annuncio annuale dei premi dell'assicurazione sanitaria». E ammette di aver cambiato compagnia assicurativa: «Siamo una famiglia di cinque persone, l'aumento è stato percepito in modo abbastanza diretto». Di tanto in tanto, infatti, «andavo su un sito di comparazione dell'Ufficio federale di sanità pubblica per confrontare i premi. Faceva parte del mio lavoro».
Tra pandemia e aerei militari
Per quanto riguarda la pandemia, dice che «tutto sommato non siamo andati male», quel che si sente spesso dire all'estero.
Gli è stato poi chiesto cosa ha pensato quando due caccia Rafale sono apparsi all'improvviso accanto all'aereo che stava pilotando sopra un'area riservata francese. La sua risposta è stata: «Ahi».
Un lungo cammino
E se dovesse individuare qualcosa di cui andare fiero: «Sono rimasto sempre me stesso. È difficile da credere». Essendo già stato in Parlamento per otto anni prima di assumere l'incarico di Consigliere federale, inizialmente pensava di sapere come funzionava. «Quando sono arrivato qui, mi sono reso conto che in realtà non avevo idea di come funzionasse davvero». «Naturalmente ho imparato molto durante il mio mandato e ho acquisito molta esperienza. Ma sono rimasto lo stesso. Quando si hanno radici profonde come le mie e si trovano altre cose importanti nella vita oltre alla politica, non è poi così difficile». È stato tutto molto intenso e si rammarica che la politica sia diventata sempre più veloce, soprattutto grazie ai social media.