Il Consiglio degli Stati ha eliminato l'ultima divergenza relativa al finanziamento. Il dossier è finalmente pronto per le votazioni finali.
BERNA - Dopo 14 anni di lavori, oggi il Consiglio degli stati ha eliminato l'ultima divergenza circa il finanziamento uniforme delle cure. Le cure stazionarie e ambulatoriali saranno finanziate dalle casse malattia e dai Cantoni. Il dossier è pronto per le votazioni finali.
La riforma - sulla quale aleggia già il pericolo del referendum - è frutto di un'iniziativa parlamentare inoltrata nel 2009 dall'ex consigliera nazionale Ruth Humbel (Centro/AG). I dibattiti si sono svolti nell'arco di quattordici anni e cinque legislature. Questo appena concluso è l'ultimo corposo dossier di cui il "ministro" della sanità, Alain Berset, si è occupato prima di lasciare a fine anno.
Nel corso dei lavori, le Camere hanno inserito nella legge, su insistenza dei Cantoni, anche l'assistenza a domicilio e negli istituti medicalizzati. Questi servizi, assai costosi, sono in parte a carico dei Cantoni, che quindi si vedranno alleggerita la fattura.
La legge prevede il finanziamento uniforme dei servizi ambulatoriali e stazionari da parte dei Cantoni e delle casse malattia. Attualmente, i Cantoni, e quindi i contribuenti, finanziano almeno il 55% delle prestazioni ospedaliere, mentre il resto è a carico delle casse, ovvero di chi paga i premi. Nel settore ambulatoriale, il 100% dei servizi è coperto dalle casse malattia.
Poiché le cure ambulatoriali sono meno care rispetto a quelle stazionarie, la tendenza è quella di far maggiormente ricorso all'ambulatoriale, un'evoluzione che tuttavia pesa sempre di più sugli assicuratori, come hanno sottolineato diversi deputati durante i dibattiti.
Su questo aspetto centrale, i due rami del Parlamento hanno infine raggiunto un compromesso: i Cantoni dovranno pagare il 26,9% delle cure ambulatoriali. Il 73,1% restante sarà finanziato dagli assicuratori, indipendentemente dal fornitore e dal luogo in cui vengono erogati i servizi.
I pazienti dovranno pagare la franchigia, la quota-parte e il contributo ai costi specifici per le cure specifiche ricevute, fissato in 23 franchi al giorno. Quest'ultimo onere si applica in particolare a coloro che ricevono cure a domicilio o fornite da istituti medico-sociali, in particolare alle madri che partoriscono a casa. La sinistra ha cercato, invano, di abolire questo contributo specifico.
La remunerazione degli ospedali e dei centri per partorienti non elencati non subirà alcuna modifica. Questi istituti sono convenzionati con gli assicuratori, ma non sono presenti negli elenchi cantonali e quindi non ricevono il 55% versato dai Cantoni. Ricevono solo il 45% versato dagli assicuratori.
Il Nazionale ha cercato invano di innalzare tale quota al 70%. Tuttavia, ciò avrebbe comportato un aumento dei premi stimati in 150 milioni di franchi, compromettendo la pianificazione ospedaliera dei Cantoni.
Per quanto attiene al controllo dei costi, le Camere hanno infine stabilito che i Cantoni devono avere accesso a tutte le fatture ospedaliere originali, comprese quelle ambulatoriali. Devono inoltre poter rifiutare di coprire i costi se non sono soddisfatte le condizioni formali. I cantoni potranno appellarsi al tribunale delle assicurazioni. I pazienti non potranno rivolgersi a un'organizzazione di pazienti per controllare le loro fatture.
La sorveglianza sarà affidata all'Ufficio federale della sanità pubblica. Tuttavia, i Cantoni avranno accesso ai dati necessari per monitorare i fornitori di servizi, la pianificazione ospedaliera, le case di cura e i centri per le nascite, nonché per limitare il numero di medici.