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SVIZZERA / UEBilaterali III, Fasel: «Buone chance per un accordo»

20.12.23 - 18:01
Il nuovo segretario di Stato del DFAE ha tracciato un bilancio dei suoi primi cento giorni di mandato.
keystone-sda.ch (PETER SCHNEIDER)
Fonte ats
Bilaterali III, Fasel: «Buone chance per un accordo»
Il nuovo segretario di Stato del DFAE ha tracciato un bilancio dei suoi primi cento giorni di mandato.

BERNA - Le possibilità di raggiungere un accordo su un nuovo pacchetto bilaterale con Bruxelles sono «reali e buone», ha affermato oggi il nuovo segretario di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Alexandre Fasel, in occasione dei suoi primi cento giorni di mandato. Per la riuscita del negoziato tra Confederazione e Ue sarà decisivo il successo delle trattative in patria tra partner sociali.

In politica estera, la Svizzera può avere successo solo quando riesce a trovare un accordo interno, ha sottolineato in una conferenza stampa l'ambasciatore nominato a capo della Segreteria di Stato lo scorso primo settembre.

Per una coincidenza, il friburghese ha parlato proprio nel giorno in cui la Commissione europea ha adottato il progetto di mandato negoziale con Berna. Il Consiglio federale aveva compiuto questo passo venerdì scorso, aprendo la strada a nuove discussioni con Bruxelles volte a stabilizzare e sviluppare la via bilaterale.

Prime discussioni in primavera - L'obiettivo è di avviare i negoziati con l'Ue alla fine del primo o all'inizio del secondo trimestre del 2024, ha dichiarato Fasel. Il segretario di Stato svolgerà un ruolo di coordinamento dei negoziati e si occuperà degli aspetti di politica interna, aveva spiegato venerdì scorso il direttore del DFAE Ignazio Cassis. Il capo negoziatore, aveva aggiunto il consigliere federale ticinese, sarà invece Patric Franzen, capo della Divisione Europa del DFAE e segretario di Stato supplente.

Per Fasel, l'obiettivo è di sottoporre al parlamento simultaneamente i due aspetti, estero e interno. Le discussioni in patria si concentreranno in particolare su questioni come la protezione dei salari. «I due aspetti sono come due vasi comunicanti», ha spiegato il segretario di Stato.

È importante iniziare i negoziati con l'attuale Commissione europea, ha aggiunto il diplomatico. Il dossier sarà poi portato avanti indipendentemente dal nuovo esecutivo dell'Ue, che emergerà dalle elezioni europee del giugno 2024.

Zone d'atterraggio - Vista la quantità di fattori in gioco, l'ambasciatore non ha voluto fare previsioni sulla durata dei negoziati.

I diplomatici svizzeri ed europei hanno tenuto una serie di colloqui esplorativi tra l'aprile 2022 e lo scorso ottobre. Le discussioni hanno permesso di definire «zone di atterraggio», che sono state precisate in una dichiarazione congiunta. Questo documento servirà da base per i futuri negoziati tra Berna e Bruxelles.

Interrogato su un'eventuale modifica da parte elvetica di queste zone di atterraggio, Fasel ha risposto che la Commissione farebbe lo stesso. «Ci troveremmo allora in un negoziato completamente diverso», ha avvertito.

Fasel ha tuttavia sottolineato i risultati positivi dei colloqui esplorativi, che costituiscono una base per sviluppare la partecipazione della Svizzera al mercato interno del Vecchio Continente. La Confederazione dovrebbe inoltre poter reintegrare alcuni programmi, come Orizzonte Europa (ricerca) ed Erasmus+ (mobilità studentesca).

Nota:

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COMMENTI
 

Deluso 10 mesi fa su tio
Scusate volevo dire salari ma sto troppo ridendo 😂😂😂, che boccaloni😂😂😂

Deluso 10 mesi fa su tio
😂😂😂 non manca molto che qui ci saranno i salti UE e i costi CH, allora sì che ci sarà da ridere…

tbq 10 mesi fa su tio
Bilaterali 3? Ma perché non la smettete di raccontare fandonie? I Bilaterali sono stati dichiarati morti e sepolti dall'UE più di un decennio fa, e l'Accordo Quadro serve a cancellare i Bilaterali 1 e 2 e a portare tutti gli accordi con l'UE sotto le leggi di Bruxelles. Quello di cui si sta parlando non sono i Bilaterali 3, ma l'Accordo Quadro spezzettato e con qualche modifica cosmetica.

tbq 10 mesi fa su tio
Risposta a tbq
Il 28 gennaio 2015 Jean-Claude Juncker, allora Presidente della Commissione, dichiarò candidamente che «Non ci può essere una scelta democratica contro i trattati europei.» Anche per questo i caporioni di Bruxelles e i loro "sostenitori" nostrani non faranno mai votare nulla che non vada come vogliono. Per citare il predecessore di Juncker, ovvero José-Manuel Barroso: «Se avessimo organizzato un referendum sulla creazione della Comunità Europea, o sull'Euro, credete veramente che sarebbe passato?» Democrazia, la chiamavano un tempo. Oggi cosa ne è rimasto? Cosa è rimasto di quello che Cassis dichiarava che va difeso "coraggiosamente e senza sosta", a prescindere dal prezzo da pagare?

tbq 10 mesi fa su tio
Risposta a tbq
Altre due interessanti citazioni: «L'Unione Europea immagina solo una logica punitiva in caso di desiderio di uscita o di indipendenza» - Gerhard Pfister - «Le dittature non tollerano a lungo che popoli vicini possano decidere liberamente e modellare il loro destino.» - Pierre-Yves Maillard

Pianeta Terra 10 mesi fa su tio
Bilaterali? Basta!!!! Niet!! Basta dare dare e dare ancora all Europa!!! Sarebbe ora che ci dessero qualcosa!!!
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